DA DIECI MESI PRIGIONIERO IN GUINEA, TRA MALARIA E PERCOSSE. LA RICHIESTA DI AIUTO DI ROBERTO BERARDI

*Roberto Berardi*
*Roberto Berardi*

E’ stato arrestato il 19 gennaio scorso con l’accusa di furto. Roberto Berardi, 48enne imprenditore di Latina si trova ristretto nella prigione di Bata.

Dopo diversi mesi di carcere, ad ottobre scorso, è stato lo stesso imprenditore a chiedere aiuto:


Temendo per la mia vita , scrivo nella speranza che qualcuno possa e voglia aiutarmi ad uscire da una situazione che mi vede protagonista e che mi ha portato, da incolpevole, ad essere detenuto nelle carceri della Repubblica di Guinea Equatoriale ormai da 10 mesi senza nessun capo d’accusa e senza prove a mio carico. Mi chiamo Roberto Berardi, ho 48 anni e ho passato metà della mia vita in Africa come imprenditore edile e costruttore strade. Ho vissuto in vari stati africani, e negli ultimi 2 anni in Guinea Equatoriale, dove ho fondato un’impresa, la Eloba Costruccion. Conoscendo le leggi Africane e avendo sempre fatto del mio meglio per rispettarle, anche qui mi sono adeguato alla consuetudine che vuole che ogni imprenditore sia associato con un partner locale, e nel mio caso è stato espresso l’interesse da parte del Sig. Teodoro Nguema Obiang Mangue, vice Presidente nonché figlio del Presidente, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo. Ovviamente lusingato, abbiamo iniziato la nostra collaborazione. Col tempo mi sono stati affidati diversi appalti, per avviare i quali, nella maggior parte dei casi, ho fatto affidamento sulle mie forze economiche, contando poi di rientrare dei miei esborsi a pagamenti effettuati. Sembrava procedesse tutto bene fino a quando ho riscontrato delle anomalie contabili e movimentazioni sui conti di cui non sapevo nulla. In una discussione con il Sig. Vicepresidente, mio socio al 60%, ho chiesto chiarimenti, ottenendo come unico risultato quello di essere prelevato nella notte dalla mia casa, strappato alla mia famiglia e tradotto in carcere. Accusato di furto, privato del passaporto, e sottoposto ad ogni genere di controllo, che peraltro non ha prodotto nessun addebito a mio carico e non ha riscontrato nessun comportamento scorretto o appropriazione indebita. Nonostante tutto, anche in assenza di accuse precise, vengo ancora detenuto, mi viene negata la possibilità di rientrare in Italia, e di rivedere i mie figli, ai quali manco da oltre un anno, privato di ogni sostegno economico, isolato dal mondo e privato di ogni contatto con l’esterno, senza poter ricevere cure mediche, e alimentazione insufficiente”.

Da tempo sono i familiari e gli amici di Roberto a battersi per chiedere la liberazione del 48enne di Latina. Su facebook è stato realizzato un profilo “Liberiamo Roberto Berardi dal carcere della Guinea Equatoriale”, perché “Roberto, senza supporto dal Governo italiano, rischia di non toranre mai a casa dai suoi figli, vogliamo rendere pubblica la vicenda, sperando che qualcuno si decida”. Intanto, sollecitata da amici e familiari, anche la trasmissione in onda su Rai 3, “Chi l’ha visto” già nella puntata di domani potrebbe trattare la vicenda.

La preoccupazione è tanta per una condanna a due anni e 4 mesi di reclusione o al pagamento di 1,2 milioni di euro di ammenda che la famiglia Berardi non ha. Da quando è detenuto Roberto ha avuto quattro attacchi di malaria ed è stato bastonato diverse volte. Gli ex dipendenti e la famiglia sono riusciti a farlo visitare dalla Croce rossa americana, ma ha perso trenta chilogrammi e si teme per la sua incolumità.

E’ terribile la situazione nella quale versa l’imprenditore di Latina il quale insieme ad una dozzina di colleghi e amici aveva raggiunto Bata e quando la situazione è precipitata, molti erano in Italia, al sicuro. Roberto no. E quando ha iniziato a capire ha cercato un chiarimento con il suo socio, senza immaginare le conseguenze.