Dopo il suicidio di Gennaro Cardone, il 50enne ristretto ai domiciliari per stalking alla ex moglie la Camera penale di Latina era intervenuta per chiedere “maggiore prudenza sulle misure cautelari”. Una istanza che nasceva anche dalla situazione particolare nella quale versava il 50enne, così come esposta dal suo difensore, l’avvocato Oropallo, il quale aveva chiesto di modificare la misura in quanto l’uomo che viveva solo andava a mangiare alla Caritas.
Una posizione quella della Camera Penale di Latina alla quale l’Associazione nazionale magistrati del capoluogo pontino ha risposto con una nota a firma del presidente Mara Mattioli e della segretaria Daria Monsurrò: «Premesso che l’Anm è aperta e disponibile al dialogo e al confronto costruttivo con l’Avvocatura locale nel rispetto dei reciproci ruoli, osserva che l’intervento della Camera Penale sulla stampa, per i toni usati e per il contenuto riportato, appare travalicare i limiti del legittimo diritto di critica esaurendosi in un ingiustificato attacco alla persona del Giudice attribuendo valore assoluto a quanto riferito dal difensore dell’indagato ed esprimendo inopportune valutazioni sull’operato del Giudice non spettanti alla Camera Penale, peraltro in contrasto con le effettive esigenze processuali e con le ragioni fondanti il provvedimento del magistrato».
In merito all’invito della Camera Penale di utilizzare maggiore sensibilità e prudenza si legge nella nota: «Un grave riferimento, in particolare nell’adozione delle misure cautelari, argomento che appare pericolosamente delegittimante rispetto alla delicata funzione quotidianamente esercitata dai magistrati anche a tutela dell’intera collettività».
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