STOP ALLE PULIZIE PER DEBITI, L'ASL PUO' CHIUDERE IL MOF PER MOTIVI IGIENICI

mof slideIl Mof potrebbe chiudere. Un’ipotesi che, col trascorrere delle ore, da remota che era va per trasformarsi in cosa concreta.

Non il collasso dovuto alla crisi in atto da anni, né l’effetto amplificato delle indagini che puntualmente lo coinvolgono o sfiorano, a determinare la possibile, prossima serrata dei battenti.


Piuttosto, l’effetto incrociato di gestioni superficiali e spesso irrazionali da parte di ogni livello, politico e amministrativo.

Sia ben chiaro, non si parla di una chiusura definitiva. Ma di un provvedimento temporaneo che, se venisse preso, potrebbe rappresentare uno scivolone non da poco per il Gigante verde di viale Piemonte, avvolto da profonda crisi.

Un rischio dietro l’angolo e che è legato alle carenze igienico-sanitarie conseguenti alla prossima cessazione del servizio di pulizie interno.

Ma andiamo con ordine.

*Lavoratori Tecnoservizi in sit - in al Mof*
*Lavoratori Tecnoservizi in sit – in al Mof*

Tutto nasce dalla comunicazione della ditta “Tecnoservizi Ambroselli”, che di tale servizio si occupa, dell’imminente cessazione delle attività presso il Mercato. La storia è nota: il Mof non paga, ha un debito nei loro confronti di oltre 230mila euro; la ditta, che finora si è accollata tutte le spese, da mesi non riesce a pagare i suoi sette dipendenti; l’impianto di stoccaggio, poi, ha messo il disco rosso ai rifiuti targati Mof e trasportati dalla “Ambroselli”.

Ad allungare ulteriormente la “catena”, l’ufficiale motivazione dei mancati pagamenti del Mof: i soldi necessari, sarebbero dovuti giungere dalla Regione Lazio. A monte vi è infatti una sorta di cortocircuito istituzionale, con i vertici di via della Pisana, maggior azionista di Imof spa e Mof spa, che da anni concedono finanziamenti a singhiozzo, tali da pregiudicare fortemente la già dissestata vita economico-amministrativa del Mercato. Vita dura “in famiglia”.

A riguardo, è sintomatica l’annosa questione – dai risvolti recentissimi – del contenzioso tra la stessa Regione e le due succitate società partecipate, legato all’affidamento in concessione d’uso alla Imof delle strutture del nuovo mercato.

Una delle tante. Ultima, appunto, quella delle pulizie. Un vero pasticcio. Il risultato finale? Dopo scioperi e manifestazioni, lunghi tentennamenti, discussioni con i vertici del Mercato, mediazioni dei sindacati e quant’altro, ecco lo stop della “Ambroselli”.

E con esso, leggi alla mano, conseguenze che sarebbero di enorme impatto. Come evidenziato sottovoce dagli ambienti sindacali e di palazzo, se effettivamente il prossimo 18 novembre il servizio di pulizie venisse “congelato”, entro le quarantott’ore successive, tra montagne di rifiuti ammassati e non ritirati, l’Asl chiuderebbe il Mof.

Un disastro a cui sarebbe difficile porre rimedio. Di mezzo, c’è infatti un regolare appalto. Ed è proprio a quello che si riferisce, tra le righe, nel corso di un suo intervento a riguardo, il segretario Cgil Giulio Morgia quando sottolinea che “si stigmatizza eventuale passaggio ad altra azienda o ad altri lavoratori al di fuori delle normative vigenti, e si stigmatizza altresì qualsiasi azione di crumiraggio come in passato avvenuto per azioni di sciopero intraprese”. Insomma, niente soluzioni interne.

Dunque, salvo colpi di scena, per adesso non si vede una via di uscita, per una situazione-rebus che pare sfuggita di mano.

Da par loro, i vertici di viale Piemonte non sarebbero per nulla intimoriti. Niente conti alla rovescia, ai piani alti. L’amministratore delegato del Mof Enzo Addessi, sarebbe difatti sicuro di una marcia indietro da parte della società delle pulizie, che già varie volte in passato aveva minacciato la definitiva sospensione del servizio senza poi passare alle vie di fatto.

Dall’ufficio affari generali, nel frattempo, il responsabile Roberto Sepe ha sottolineato come, se la Regione non eroga i finanziamenti previsti, si può fare ben poco. Secondo quest’ultimo, poi, incontri in programma con via della Pisana nemmeno ce ne sono. Dai piani alti della Regione, insomma, calma piatta. Sembra incredibile.

Con buona pace del sindaco di Fondi Salvatore De Meo, che più e più volte aveva invocato soluzioni concrete per difendere il colosso dell’agroalimentare.