Terracina, ex mercato Arene e il project financing. I dubbi del Comitato in un video

Un nuovo video girato dal Comitato ‘Casa della Cultura’, nato a Terracina nei mesi scorsi per sostenere il progetto di realizzare, appunto, un luogo di aggregazione culturale fruibile a tutti all’interno dello stabile un tempo mercato coperto di via delle Arene.


Il primo video aveva riguardato il flash mob per sensibilizzare la collettività a quel progetto, sensibilizzazione riuscita e confermata dalle circa 4 mila firme raccolte dal Comitato attraverso una petizione.

Adesso, invece, è di toni diversi questo nuovo video in cui i membri del Comitato fanno il punto della situazione sul Project Financing e la vicenda della messa in vendita della struttura dell’ex mercato riconosciuto tra i beni alienabili.

Un progetto che, però, ha fatto sorgere molti dubbi a quelli del Comitato che hanno deciso di riassumerli in questi pochi minuti.

Intanto è di qualche giorno fa la lettera che Alessandro Ceci, promotore del Comitato, aveva scritto al sindaco Procaccimi sulla faccenda.

“Egr. Sig. Sindaco,
insieme: Lei, la Sua maggioranza, la Sua opposizione e noi, abbiamo conseguito, con estrema reciproca correttezza e nel rispetto delle diverse posizioni, un risultato stupendo per la intera città destinando, con un supremo atto del Consiglio Comunale, un certo numero di strutture del patrimonio pubblico alla fruizione culturale.

Tuttavia, una scellerata delibera della Sua Giunta, con inutili e stupide astuzie dorotee, la n.412 del 13 novembre 2013 denominata (a proposito della vendita) “Project Financing – Riqualificazione Urbanistica del Mercato Arene e potenziamento del Mercato Marina – indirizzi applicativi”, inverte parte di questo risultato con un atto destinato a fallire per illegittimità amministrativa e totale impossibilità di realizzazione, che è pertanto solo un comico imbroglio imbrogliato.

È un imbroglio perché:
1. nelle premesse non si fa minimamente riferimento alla delibera del Consiglio Comunale in cui si impegnava la Giunta ad un preciso indirizzo, in un tempo definito, del cosiddetto Mercato Arene, come se la Giunta decidesse motu proprio, indifferentemente e indipendentemente dall’indirizzo del Consiglio Comunale;
2. una delibera che esplicitamente riconosce che “allo stato attuale, si è ancora ad una fase preliminare rispetto alla dichiarazione di pubblico interesse del project financing”, non può essere considerata una delibera di “indirizzi attuativi”;
3. la normativa di riferimento e la procedura legittima per l’alienazione del patrimonio pubblico non è quella prevista in delibera, che si riferisce ad una lontanissima normativa dell’anno 2000, quando in materia di alienazioni e dismissioni pubbliche sono successivamente intervenute, almeno, il D.L.351/2001 convertito in L 410/2001, il D.L. 63/2002 convertito con modificazione dalla L.112/2002, il D.L. 269/2003 convertito con modificazioni dalla L.326/2003, L. 244/2007, D.L. 112/2008, convertito con modificazioni dalla L. 133/ 2008, D. lgs. 85/2010, fino ai noti D.L. 6 Luglio 2011 n. 98, D.L. 6 dicembre 2011 n. 201 e D.L. 6 Luglio 2012 n.95 (prego verificare!), tutti comprendenti la vincolante procedura di valorizzazione del patrimonio pubblico senza la quale si potrebbe configurare un illecito arricchimento a favore di un privato predefinito, procedura di valorizzazione (cioè adeguamento dei valori catastali) non ancora avvenuta per il comune di Terracina.

È imbrogliato perché:
1. non spetta alla Giunta una delibera di indirizzo, ma al Consiglio Comunale, come tra l’altro indicato dalla delibera stessa laddove ritenuto “di dover rinviare a successivo atto consiliare” l’iter della procedura (ed eventualmente anche la volontà di realizzazione);
2. non sono perfezionati i passaggi urbanistici, non si capisce in delibera se il project di cui si parla è già stato modificato rispetto alla prima versione, se richiede o meno un incremento di cubatura e relativa variante, la solidità finanziaria della società proponente, se la monetarizzazione corrisponderà ad una rimessa liquida nelle casse del Comune o altro (immagino che questi aspetti saranno chiari nel bando).

Mi chiedo allora a che cosa serva una delibera che non delibera niente, ma ribadisce una procedura che potrà facilmente essere contrastata in varie diversificate sedi. Mi chiedo a che cosa sia dovuta tanta ansia e ossessione per la procedura forzata di project financing che poi inevitabilmente finiscono nella palude acquitrinosa dei progetti senza finanza. Non è il primo. Basterebbe, per essere prudenti, l’esperienza di altri già abbondantemente falliti. Questa mania, direi questo vizio, per le cose complicate che non funzionano è francamente molto sospetta.
Sono convinto, sig. Sindaco, che, nonostante le delibere della Sua Giunta, Lei concordi con me che questa città non ha più bisogno del vecchio praticume democristiano, causa dei disastri italiani che ancora non si risolvono, le vecchie tecniche degli anni bui come motivazione del declino italiano in cui si usavano le parole degli atti formali per esiti informali, con procedure improprie; in quegli anni, allora, quando le Giunte deliberavano indifferentemente dagli indirizzi del Consiglio Comunale, magari interpretando le delibere a piacimento, per gabellare il regolare iter amministrativo o per precostituire la parcella di qualche amico. Ma questo succedeva prima, in un’altra epoca storica… quando certi democristiani controllavano le pratiche e i bilanci dei Comuni italiani”.

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