Presidio centro, Zingaretti “prigioniero” dei partiti: l’affondo dei consiglieri di Fondi Trani e Padula

*Il governatore Zingaretti*
*Il governatore Zingaretti*

Un governatore ostaggio dei partiti politici e dei pretoriani di cui si è circondato, lontano dalla realtà e di fatto prigioniero della sua personale torre, nonostante scettro e corona ancora sul capo.

E’ più o meno questa l’immagine che viene in mente leggendo le parole dei consiglieri di minoranza fondani Vincenzo Trani e Claudio Padula, che hanno scritto una missiva al Capo di gabinetto della Regione Maurizio Venafro, inviata “per conoscenza” anche al presidente e commissario sanitario ad acta Nicola Zingaretti.


Qualcosa che stride? Ci dev’essere stata una confusione tra i destinatari del carteggio, magari invertiti. E invece no. La lettera di Trani e Padula ha come primo interlocutore proprio il Capo di gabinetto. Perché? A sentir loro, il vero padrone della Regione sarebbe proprio lui, assieme a pochi altri uomini di partito capaci di intervenire “perfino su questioni che interessano i vari assessorati, svuotandoli di fatto dell’autonomia che solo a parole viene loro riconosciuta”.

Ma ecco, tanto per rendere l’idea, alcuni stralci della lettera.

Il consigliere fondano Trani
Il consigliere fondano Trani

“Sembrerebbe ormai evidente che a Zingaretti non arrivano le missive istituzionali dei territori periferici della sua Regione poiché i ‘filtri’ burocratici di cui lui stesso si è voluto dotare, leggeranno e gestiranno per lui tutta la corrispondenza”, scrivono gli esponenti delle civiche “Lido di Fondi” e “Uniti per Fondi”. “Non si spiegherebbe altrimenti la sua indifferenza su questioni che ormai stanno diventando esplosive”.

Ed ancora: “Il grande presidente Zingaretti risulta blindato da una pletora di uomini di partito, Pd e Pdl, che di fatto lo stanno letteralmente isolando dalla realtà. Perfino per i suoi consiglieri regionali e per quelli che ci hanno messo la faccia per la sua elezione, sembrerebbe impossibile avere un contatto con lui, almeno per quelli della nostra vituperata provincia di Latina che risultano sempre in grande difficoltà per giustificare un’assenza ormai sotto gli occhi di tutti”.

Di seguito, la richiesta al Capo di gabinetto di un’“intercessione” che porti Zingaretti a convocare i sindaci del comprensorio da mesi in attesa di un incontro ufficiale.

Logico che si tratti di una provocazione bella e buona. L’ennesima tappa della guerra fredda tra parte della politica del sud pontino ed i vertici della Regione, che vede sullo sfondo un presidio sanitario centro sull’orlo della crisi più nera.

Eppure, al di là del tono apparentemente goliardico della missiva, i temi trattati sono tutt’altro che leggeri. “La situazione della sanità nel comprensorio è diventata insostenibile: la pediatria rischia la chiusura, l’ostetricia è al collasso, la chirurgia è quasi ferma, la cardiologia sta soffrendo, il laboratorio di analisi è quasi morto”, scrivono ancora i due. “E mentre dalla Regione continua a non arrivare alcun segnale, sul territorio i cittadini continuano a combattere una guerra tra poveri assistendo quotidianamente all’accaparramento di servizi da parte di un ospedale al danno di un altro”.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, dando il “la” alla lettera polemica, è stato il fermento politico legato alle primarie del Partito democratico: “Mentre nessuno risponde sulle gravi situazioni del comparto ospedaliero, nel territorio laziale, compresa la cittadina di Fondi, continuano le scorrazzate dei più illustri personaggi dell’attuale Pd, dai sostenitori di Renzi a quelli per Cuperlo, passando per quelli per Civati”, dichiarano Trani e Padula. “E pensare che poi sulla sanità nessuno vuole metterci la faccia. Che desolazione”.