Dove non arriva la protesta popolare, arriva l’intercessione “dall’alto”. Possono ben dirlo gli abitanti della frazione di Fondi delle Querce: gli operai pronti ad installare l’osteggiata antenna Wind, sono stati bloccati nientepopdimeno che da Sant’Antonio. Sì, proprio così.
Nella mattinata di lunedì, intorno alle 6,30, in via Purpurale, dove si vuole erigere il ripetitore, è giunto un camion di operai incaricati dalla compagnia telefonica di iniziare il montaggio. Sul retro, smontata, buona parte dell’antenna.
Prima di loro, alle 5,30, sul posto erano giunti, come già nei giorni precedenti, polizia, carabinieri e Municipale. Da par loro gli abitanti, raccolti in un sit-in permanente, da lì non si erano mai mossi. Ed anzi hanno potuto contare su file ancor più ingrossate grazie a decine di nuove persone accorse appositamente.
Con il camion alle porte di via Purpurale, tutto si è svolto secondo copione: il mezzo ha provato a farsi largo tra la folla che lo accerchiava; la gente faceva muro; le forze dell’ordine vigilavano sull’ordine pubblico. Come la scorsa settimana.
Peccato che, quella volta, gli addetti della Wind erano riusciti a portare a termine il loro sopralluogo. In questo caso, sono dovuti andare via. A sbarrargli la strada, non solo i dimostranti. Ma, come accennato in apertura, Sant’Antonio: una sua statua, fornita da un privato, è stata infatti posizionata nel bel mezzo della viuzza d’accesso al terreno designato ad accogliere l’antenna.
Una cosa è scansare chi protesta, un’altra scendere e togliere di mezzo la sacra effigie, con tanto di ceri votivi. Se fino ad ora la protesta si è contraddistinta, oltre che per la fermezza, per la disciplina delle persone coinvolte, il solo toccare la statua avrebbe potuto scatenare un putiferio.
Così che alle 16, dopo aver atteso ore rinchiusi nell’abitacolo del camion, gli operai hanno deciso di fare fagotto. Per adesso, Sant’Antonio ha battuto la Wind.
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