Minturno, processo "pubblico" a tre vigilesse

paletta-polizia-municipalePensavano di intentare causa al Comune di Minturno per contratti a tempo determinato e risarcimento danni, ma non avrebbero mai pensato di dover gestire un processo “pubblico”, senza che fosse stato chiesto il loro assenso e ancor prima che fosse iscritto al ruolo il processo effettivo.

Dopo una banale richiesta atti e un’impugnativa di contratti a tempo determinato tramite il proprio difensore, l’avvocato Maria Di Spensa, finalizzato ad un componimento bonario della vertenza che ancora è assai lontana da poter essere considerata un processo in materia del lavoro, inviata al Comune di Minturno nella persona del sindaco, la documentazione relativa la posizione di Teresa De Filippis, Carolina Pernice, Veliana Ionta è stata affissa in bella mostra – e ciascun nome messo in risalto con evidenziatore giallo – nella bacheca del Comando di Polizia municipale di Minturno, presso il quale avevano prestato servizio.


Per quanto gli uffici siano destinati al personale di polizia municipale, è pur vero che i cittadini possono accedervi qualora abbiano necessità di rivolgere domande o contestazioni. Ed è così che per diversi giorni atti assolutamente personali sono messi in “vetrina” senza alcuna ragione specifica. Ma è evidente che ancor prima di ricevere un giudizio, per mezzo di sentenza, da un giudice deputato a questa funzione, De Filippis, Pernice e Ionta siano state involontariamente oggetto dei giudizi di quanti hanno potuto leggere la documentazione esposta presso il Comando dei vigili urbani di Minturno.

Resta da vedere se l’affissione sia stata funzionale al processo che probabilmente le ex vigilesse intenteranno (in futuro) o se si sia trattato di un iter alternativo ad un procedimento del lavoro studiato ad hoc da chi di legge ne capisce oppure, ma è impensabile, se è stata esclusivamente una iniziativa volta a schernire le quattro ex funzionarie pubbliche. La risposta a questo quesito probabilmente arriverà in un’aula di giustizia.