Gaeta, morta in spiaggia nel luglio scorso a Serapo. Due denunce per omicidio colposo

"Folla a ridosso del corpo della giovane subito dopo il decesso"
“Folla a ridosso del corpo della giovane subito dopo il decesso”

Non solo un malore ma forse responsabilità colpose alla base della morte della giovane vietnamita avvenuta il 3 luglio scorso sulla spiaggia di Serapo. Questi gli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Gaeta che hanno individuato un possibile diretto coinvolgimento del titolare dello stabilimento balneare e del bagnino in servizio. All’indomani del fatto il magistrato aveva aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio colposo ma contro ignoti. E ora quegli ignoti potrebbero dunque avere una identità, il 70enne titolare dello stabilimento C. G. e il 44enne bagnino di origine moldava in servizio su quella spiaggia.

La denuncia sarebbe scattata per i due perchè secondo la ricostruzione degli inquirenti il bagnino non era immediatamente intervenuto a seguito del malore che ha colpito la 21enne studentessa di Hanoi, in Vietnam, H. T. T. le iniziali del suo nome, che si trovava in Italia perchè iscritta e frequentante gli studi universitari presso l’università di Cassino. Infatti, nonostante non fosse capace di nuotare, la giovane asiatica, subito dopo il malore che l’ha colta mentre si trovava in acqua, era stata portata a riva mentre era ancora cosciente dai connazionali e dai compagni di facoltà, che si trovavano con lei al momento del malore.


Eppure, nonostante secondo le indagini il titolare del lido avrebbe dichiarato che in soccorso della giovane fosse arrivato immediatamente un bagnino da un lido adiacente, non vi sarebbe stato alcun soccorso immediato sulla 21enne, perché il bagnino in organico al lido si era in quegli istanti allontanato per beneficiare della pausa pranzo e andare a mangiare in prossimità dell’ingresso dello stabilimento. Perciò secondo tale versione sarebbero state infrante le norme di vigilanza ai bagnanti e allo specchio acqueo adiacente al lido in concessione.

A questo punto sarà l’autorità giudiziaria che dovrà verificare dapprima i risultati dell’esame autoptico condotto sul corpo della giovane vittima per poi verificare se il decesso sia sopraggiunto a causa e per i motivi emersi secondo l’ipotesi di reato avanzata dagli inquirenti o se per lei non ci sarebbe comunque stato nulla da fare.

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