La madre di Stella: giustizia per le vittime dei pirati della strada

*Stella Manzi, morta a 9 anni al Bambin Gesù il 27 dicembre*
*Stella Manzi, morta a 9 anni al Bambin Gesù il 27 dicembre*

Daniel Domnar, il romeno di 21 anni che la sera di Santo Stefano ha investito un’auto sulla Nettunense uccidendo Stella Manzi di 9 anni, dice di non ricordare il momento dell’incidente. È stato interrogato nelle scorse ore dal Gip Nicola Iansiti nell’ospedale Goretti di Latina dove è ancora ricoverato: si è detto “dispiaciuto” per l’accaduto, ma non ha ammesso di essersi messo al volante di un’auto, peraltro senza aver mai conseguito la patente, sotto l’effetto di alcol e cocaina. Quando i medici lo dimetteranno, per Daniel si apriranno le porte del carcere di via Aspromonte a Latina.

Intanto, attraverso Facebook, la mamma di Stella, Giannina Calissano si sta spendendo affinchè il Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri presenti un disegno di legge per introdurre il reato di omicidio stradale. “Vi prego – scrive – non per me ma per giustizia sociale non lasciamo cadere l’attenzione su questo tema, così avrò una ulteriore consolazione per la mia troppo grave perdita”.


Ha firmato la petizione online sul sito omicidiostradale.it: “Purtroppo, per ora, l’accusa è solo di omicidio colposo”. Sempre attraverso il social network, Giannina comunica la sua gioia per il fatto che gli organi della figlia abbiano salvato la vita di altri 5 bambini in tutta Italia. L’altra figlia, Selvaggia, si sta pian piano riprendendo: anche lei era a bordo dell’auto, quella sera maledetta. “Ha la gamba un po’ gonfia, ma l’ha piegata”.

Giannina ringrazia anche “quei angeli custodi, tre rumeni che lavorano proprio nel luogo dell’infamia assieme a un ragazzo calabrese su una pista di go kart che si trova proprio sulla Nettunense e hanno visto benissimo la dinamica dello scontro, che si sono precipitati ad scardinare gli sportelli dell’abitacolo che non riuscivo ad aprire a suon di cazzotti, le mie mani ne portano i segni, hanno soccorso con estrema dolcezza prima Stella, poi Selvaggia e poi Manuel e Luana, hanno prontamente creato una sorta di corridoio per far passare le macchine di tanti impauriti automobilisti che guardando non si sono voluti esporre. Mi hanno prontamente prestato un cellulare per avvertire mio marito che era rimasto a casa. Tra l’altro sono venuti a casa mia per salutare la bara, sono stati al Bambin Gesù a sperare in disparte che mi fossi sbagliata”.

E ancora: “Ringrazio quell’infermiera che nel frattempo che arrivavano i soccorsi si è tanto spesa per cercare di non peggiorare la situazione di chi era grave e ha cercato di infondere quella disperata fiducia di cui ha avuto bisogno Stella. Le conclusioni le lascio a voi, io ho le mie e le tengo nel mio cuore spezzato”. E infine, sempre sull’assassino della figlia: “eravamo nello stesso ospedale, grazie a chi non me lo ha detto”.