Lavori alla Villa Comunale di Formia affidati a una ditta ritenuta vicina al clan dei casalesi

*Come dovrebbe essere a breve la Villa Comunale di Formia*
*Come dovrebbe essere a breve la Villa Comunale di Formia*

AGGIORNAMENTO – Se Formia e Gaeta sono provincia di Casale (LINK) , come ha avuto a dichiarare Carmine Schiavone a settembre, probabilmente anche il cemento con cui vengono portate avanti le opere pubbliche nel golfo ha origini non troppo distanti. O, almeno, non si muove senza il benestare di Casal di Principe. Questo, tenendo conto della tesi di Schiavone, quanto si evincerebbe andando a scavare in uno degli ultimi bandi di gara lanciati dalla giunta Forte (che per l’opera aveva chiesto un finanziamento per 300mila euro alla Regione Lazio nel giugno del 2011 dg190PDF , delibera giunta comunale 89 del 12 aprile 2013 DGC_89_2013), e per continuità amministrativa assegnato sotto la nuova giunta Bartolomeo.

*Un'altra immagine della nuova villa*
*Un’altra immagine della nuova villa*

Al centro della delicata vicenda i lavori di valorizzazione della Villa Comunale di Formia nell’ambito del Plus “Appia Via del Mare ”, intervento numero tre, termine previsto per la conclusione dei lavori il 12 gennaio prossimo ovvero tra sei giorni, valore 494.564,56 euro, opera affidata a una ditta che, secondo il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, almeno fino al 2002, era vicina al clan dei casalesi. E si suppone, considerato che l’amministratore e il direttore del cantiere sono gli stessi, e che Carmine Schiavone è ritenuto un collaboratore attendibile, lo è ancora.


La gara per l’affidamento dei lavori, annunciata il 20 giugno, vede l’apertura delle buste  il 26 giugno. Sono invitate diciotto imprese di cui quattordici presentano un’offerta. Il numero delle ditte ammesse all’apertura delle offerte è pari a tredici ma quattro vengono escluse per il cosiddetto “taglio delle ali”. Infine, con determinazione dirigenziale del Settore Opere Pubbliche n. 267 del 4 settembre 2013, i lavori partiranno il 14 ottobre (LINK), la gara viene aggiudicata definitivamente all’impresa “ CO. GE. VER. srl ”, con sede legale a Capua alla S.S. 7, km. 199.100, per l’importo pari a 408.329,52 euro (corrispondente al ribasso percentuale del 14,300%) oltre oneri della sicurezza pari a 18.100,71 euro e così per complessivi 426.430,23 euro oltre IVA, responsabile del procedimento l’architetto Stefania Della Notte.

lazio_plus_villa_comunale1PDF

appia edile sncNel dettaglio “Co.Ge.Ver. srl” è acronimo di Costruzioni Generali Verazzo come si legge dal Soa – attestato di qualificazione alla esecuzione di lavori pubblici soaPDF – rilasciato nel 2009. Suo amministratore delegato è Giuseppe Verazzo. Proprio cercando in internet il Soa della Co.Ge.Ver. srl, però, spunta fuori l’Appia Edile Snc, ovvero come presumbilmente si doveva chiamava precedentemente la società. Tramite questo collegamento, tenendo conto del codice fiscale dell’attuale amministratore delegato di Co.Ge.Ver riscontrabile sul Soa, oltre che dell’ubicazione della sede, si entra in quella che sarebbe la vera storia dell’azienda e ci si imbatte nell’operazione “Normandia 2” che se non tocca direttamente i titolari, li menziona sia come proprietari della Appia Edile Snc che della Co.Ge.Ver.

Scattata il 12 luglio 2010, un mese dopo l’arresto di Nicola Schiavone figlio di Sandokan, Normandia 2 porterà alle condanne anche di due prefetti della Provincia di Caserta Maria Elena Stasi e Paolino Maddaloni, oltre al coinvolgimento dell’ex consigliere regionale Udeur Nicola Ferraro.

Ecco cosa riferisce Carmine Schiavone a proposito di Francesco Verazzo, a Formia direttore del cantiere della villa comunale.

Occc Normandia 2 DOC– Pagina 772 nota 133 –

*Il cartellone dei lavori esposto fuori la villa comunale di Formia*
*Il cartellone dei lavori esposto fuori la villa comunale di Formia*

“Un riferimento esplicito della riconducibilità di VERAZZO Francesco (direttore del cantiere a Formia ndr) nato a Casal di Principe il 12.02.1960 al clan dei casalesi quale fiancheggiatore dell’organizzazione è stato fornito in data 29.10.1996 dal collaboratore di giustizia SCHIAVONE Carmine nato a Casal di Principe il 20 luglio 1943: “…CORVINO Renato ha realizzato l’ampliamento del manicomio di Aversa ed io stesso con la BASCHI gli ho fornito il calcestruzzo nel 1990 . CORVINO Renato ed il fratello Tommaso abitano ad Aversa. Hanno mostrato disponibilità verso l’organizzazione, mettendo a disposizione il loro certificato di iscrizione, quando occorreva. In realtà non vi erano imprenditori a Casale che quando occorreva il certificato di iscrizione non lo dessero. A.D.R. Mi viene chiesto se a CORVINO Renato e Tommaso siano mai stati affidati dall’organizzazione specifici appalti. Posso dire che erano cugini non solo miei ma di SCHIAVONE Francesco SANDOKAN, nonché di SCHIAVONE Francesco di Luigi e pertanto nei loro confronti veniva usato un particolare riguardo. In origine la casa abitata da SCHIAVONE Francesco di Luigi in via Bologna, apparteneva a CORVINO Renato che gliela vendette a buon mercato. Dopo la vendita mio cugino Francesco di Luigi la ristrutturò totalmente, anzi la ricostruì. CORVINO Renato è stato favorito dall’organizzazione dei casalesi con l’affidamento di lavori da parte della Provincia,da parte di altre pubbliche amministrazioni e da parte del Consorzio di Bonifica,perché parente degli SCHIAVONE, non perché appartenente all’organizzazione. A.D.R. Non so se abbia fornito appoggi agli SCHIAVONE nella loro latitanza. So che è legato a SCHIAVONE Francesco SANDOKAN da un vincolo affettivo molto più profondo di quello che lo legava a me, anche perché da ragazzi sono cresciuti insieme. Mi viene chiesto se conosco VERAZZO Francesco; posso dire che abita a Capua in un palazzo, costruito dal padre Giovanni, dallo zio Tommaso e dall’altro zio Raffaele poi ucciso come ho detto poc’anzi. VERAZZO Francesco lo conosco da bambino. da quando abitava a Casale in via Vaticale. Io lo chiamavo con il soprannome di “o’ chiattone”. Il VERAZZO non era un appartenente all’organizzazione, ma vicino ad essa, nel senso che la sua impresa non veniva utilizzata direttamente dall’organizzazione. Nel caso di affidamento al Verazzo di lavori edili nel territorio controllato dai Casalesi il sodalizio consentiva la pacifica prosecuzione e conclusione dei lavori , previo versamento della tangente. Anche il VERAZZO era disponibile a consegnare all’organizzazione il certificato di iscrizione della sua impresa, quando gli veniva chiesto da NATALE Giuseppe, SCHIAVONE Antonio o ROMOLO Veneziano che era il suo più diretto canale di collegamento con l’organizzazione”.

*Carmine Schiavone*
*Carmine Schiavone*

Dunque, secondo quanto riporta Carmine Schiavone, Francesco Verazzo, almeno fino al 1996 era ritenuta persona vicina all’organizzazione criminale.

Ma Schiavone parla anche il 30 gennaio del 2002. Così evidenziando come tra la vecchia e la nuova sede della società passino non più di 900 metri. Inoltre, comprovando che il Giuseppe Verazzo del 2002, considerata la data di nascita, è lo stesso del 2014, considerato il codice fiscale sul Soa: “….omissis…. Appia Edile di Giuseppe e Francesco Verazzo s.n.c. , partita I.V.A. 01521960615 , con sede in Capua (CE) alla via Nazionale Appia Km. 200. Soci Amministratori VERAZZO Giuseppe nato a Casal di Principe (CE) il 21.07.1956 e residente in Capua (CE) alla via Fuori Porta Roma n. 211 e VERAZZO Francesco nato a Casal di Principe (CE) il 12.02.1960 e residente in Capua (CE) alla via Fuori Porta Roma n. 207; ROSSETTI Pasquale, partita I.V.A. 00130460611, con sede in S. Maria Capua Vetere (CE) alla via Napoli n. 103.- Titolare firmatario ROSSETTI Pasquale nato a S. Maria Capua Vetere (CE) il 04.10.1934 ed ivi residente alla via Napoli n. 10.-  Come si vede dall’elenco delle ditte, in esso compaiono tutte quelle che il BIDOGNETTI ebbe ad indicare al SONCINI…. Omissis… la costruzione del nuovo carcere di S.Maria Capua Vetere”.

Termina il documento, suggerendo altri legami a risottolineare le affermazioni di Schiavone: “Risulta inoltre che, in data il 05.10.1988, personale della Stazione Carabinieri di Afragola aveva notato all’interno del cortile della abitazione di MOCCIA Luigi nato a Napoli il 05.09.1956 e residente ad Afragola in via via G. Rossini (capo clan omonimo gruppo criminale) una autovettura blindata Alfa Romeo targata CE385458 risultata di proprietà di VERAZZO Giuseppe, nato a Casal di Principe il 21.07.1956 e residente a Capua via P. Roma nr. 211, immune da precedenti penali. Da accertamenti effettuati presso la banca dati FF.PP. l’autovettura targata CE 385458 dal 15.12.1998 è di proprietà del predetto MOCCIA Luigi”.

Di più, Francesco Verazzo, in Normandia 2 finisce intercettato per una compravendita di terreni e immobili con la Ecocampania proprio con l’indagato ed ex consigliere regionale Nicola Ferraro (da pagina 772 a pagina 778).

Come accaduto per altre due gare della precedente amministrazione Forte, anche quella Bartolomeo non sembra dunque essere molto fortunata nelle assegnazioni. Qualcuno forse saprà spiegare. Soprattutto come, sulla base dell’operazione del 2010, sia stata rilasciata la certificazione antimafia alla ditta che ha poi vinto la gara.

 

aggiornamento – Richiesta di rettifica pervenuta 9 gennaio 2014 ore 9.20

Egr. Sig. Direttore,

per espresso mandato dei sigg. Francesco e Giuseppe Verazzo e della Co.Ge.Ver. s.r.l., intervengo a proposito dei contenuti dell’articolo pubblicato nell’edizione del 6.1.14 del sito “h24 notizie”, sotto il titolo “LAVORI ALLA VILLA COMUNALE DI FORMIA AFFIDATI A UNA DITTA RITENUTA VICINA AL CLAN DEI CASALESI”, e chiedo, ai sensi della vigente normativa di settore, la pubblicazione della presente nota.

Il diritto di critica e di cronaca annoverano tra i presupposti per il legittimo loro esercizio quello della continenza e della verità di quanto affermato.

Né l’uno, né l’altro paiono essere stati osservati nell’ipotesi di specie, fondante piuttosto su un volgare accostamento, per quanto non consacrato in alcun provvedimento di giustizia, tra i miei Assistiti e le realtà criminali organizzate. E certamente non vale a superare la censura in punto di continenza delle espressioni l’inciso, neanche percepibile se non da un lettore particolarmente attento, in cui si dà atto che l’operazione “Normandia 2” non annovera tra gli indagati i cugini Verazzo: è punto non controverso in giurisprudenza che l’intero articolo, complessivamente considerato, non deve trasmodare in argomenti, espressioni e contenuti lesivi dell’immagine e del decoro.

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone, a dispetto della data in cui furono rese (29.10.1996), non hanno mai avuto il crisma di prova; tant’è che non sono approdate a epiloghi giudiziari. Allora, come a tutt’oggi, i cugini Verazzo non annoverano pregiudizi penali e la Co.Ge.Ver. e ogni altra realtà societaria ai predetti riconducibile, è rimasta sempre indenne ai controlli di polizia, come corroborato dalle certificazioni antimafia sempre regolarmente rilasciate. Quindi, dare per vera, o lasciar ciò sottintendere, la contiguità dei Verazzo all’organizzazione di estrazione del citato collaboratore è quanto di più lontano dalla verità storica o putativa e di meno corretto per il legittimo esercizio del diritto di cronaca e/o di critica.

Dimentica, piuttosto, l’articolista che – come anche di recente dichiarato pubblicamente proprio da Schiavone Carmine – la famiglia Verazzo ha pagato un prezzo altissimo per la propria ostinata estraneità e ostilità ai metodi camorristici con l’uccisione dello zio Raffaele: fatto per il quale il collaboratore è stato denunciato dalla famiglia e la vicenda è allo stato al vaglio degli Inquirenti!

Non è, dunque, lecito piegare surrettiziamente a ragioni di critica politica l’onore e il decoro personale e professionale di imprenditori dalla specchiata storia societaria.

Con espressa riserva, ovviamente, di adire le competenti Autorità, perché sia ristabilita la verità dei fatti nell’interesse delle ragioni anche dell’Ente territoriale interessato.

Avv. Vincenzo Alesci