Mof di Fondi, la stangata del lodo: i debiti verso la Regione si scoprono maggiori dei crediti. Alcuni operatori chiedono le dimissioni dell’ad Addessi

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*Il Mercato affonda*

Il Mof è da tempo in una palude, in cui nel corso degli ultimi mesi è sprofondato sempre più velocemente. Per liquidare lo stuolo di creditori alla porta – ognuno dei quali vanta fatture non pagate per centinaia di migliaia di euro – si attendeva un intervento salvifico da parte della Regione, che aveva da tempo bloccato i fondi per via del contenzioso relativo alla nascita della nuova area mercato.

Nei giorni scorsi, l’annuncio da parte di via della Pisana dell’emissione di un lodo arbitrale atto a risolvere l’annosa controversia. Una manna destinata a risolvere in un sol colpo i mali del Mercato di Fondi. E invece no. Niente di tutto ciò.


Numeri implacabili, i ruoli si ribaltano – Quello che i più credevano potesse essere il crocevia della rinascita, potrebbe invece avere l’effetto di una legnata tra capo e collo, per il Mof. Che, da creditore (almeno) verso la Regione, si sarebbe ritrovato ancora una volta debitore. Senza che le casse – in profondo rosso – possano al momento essere rimpinguate.

*Contenzioso 'mannaia'*
*Contenzioso ‘mannaia’*

Sembra infatti che l’istituzione dell’atteso arbitrato abbia stabilito che la Imof spa, creata nel 1989 per l’ampliamento, la promozione e l’ammodernamento del Mercato, deve alla Regione la bellezza di 340mila euro all’anno, a partire dal 1995 e fino ad oggi. Vale a dire abbondantemente oltre i sei milioni di euro. Più di tre volte tanto rispetto a quello che si aspettavano i vertici di viale Piemonte, che finora avevano pensato a circa 100mila euro annui. E ben al di sopra del debito della Regione nei confronti del Mof, che, pare, si attesta sui due milioni e mezzo di euro.

Se le cifre venissero confermate, fatti due conti, si capisce facilmente come i ruoli si siano invertiti. E che i famosi ‘soldi della Regione’, a più riprese sbandierati come l’unico modo per salvare il Mercato a picco, non ci sono. Anzi, i debiti del Mof si sarebbero addirittura moltiplicati.

Finora, quelli che tremavano di più erano i circa trenta operai della Ambroselli, dell’Italpol e della Cep, che a breve potrebbero ritrovarsi senza un posto di lavoro. Adesso, ricominciano a tremare anche le decine di operatori del Gigante verde dell’agroalimentare. Un colosso dai piedi d’argilla.

*Pulizie e vigilanza out*
*Pulizie e vigilanza out*

Gli stati generali – Nel pomeriggio di lunedì, all’interno della sala conferenze del Mercato, si è intanto tenuta una riunione-fiume a porte chiuse. A parteciparvi, oltre agli operatori ortofrutticoli, i vertici societari ed il sindaco Salvatore De Meo.

Ne è venuta fuori una precisa strategia: per evitare la tragedia economica, tutti avanti all’insegna della diplomazia e della totale collaborazione. Dove la Mof spa, che gestisce di fatto il mercato, non potrà arrivare per mancanza di fondi – dalle pulizie alla vigilanza – proveranno a provvedere in proprio i commercianti. I quali hanno pure deciso di inviare una missiva al governatore Nicola Zingaretti, invitandolo per un ‘tour’ all’interno dell’area mercato.

Da par suo, se da un lato ha apprezzato l’emissione del lodo arbitrale da parte del presidente della Regione, il primo cittadino di Fondi ha rimarcato la necessità di istituire un apposito tavolo tecnico.

*L'amministratore delegato Enzo Addessi*
*L’amministratore delegato Enzo Addessi*

La ‘signoria’ scricchiola – Ma forse, a conclusione degli stati generali del Mof, la notizia è un’altra. Nel corso dell’incontro, alcuni operatori hanno chiesto con fermezza, seppure in maniera informale, le dimissioni dell’amministratore delegato ‘storico’ del Mercato, Enzo Addessi. Secondo la frangia di commercianti che lo contestano, sarebbe proprio lui la causa dei contenziosi giudiziari che hanno portato sul baratro la struttura agroalimentare.

Quella che, nel caso, sarebbe una rivoluzione: espressione dei privati – il Mof è a capitale misto – Addessi è da un ventennio saldamente sulla breccia, nonostante la crisi che ha pian piano contratto e fagocitato l’economia del Gigante verde, indenne ad ogni stagione politica.

Illuminanti quanto sibilline, in tal senso, potrebbero essere le parole pronunciate dal sindaco De Meo dei giorni scorsi, in concomitanza con l’ufficializzazione del lodo arbitrale. “Tutti devono essere disposti eventualmente a rivedere le proprie posizioni, anche con la definizione di nuovi equilibri societari, unicamente al fine di consentire il necessario rilancio del Centro Agroalimentare di Fondi”.

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