Quanto costa l’asilo nido comunale di Formia ce lo siamo chiesti dopo aver visionato alcune determine della Regione Lazio che sembrerebbero non ammettere diritto di replica e che, in parte, spiegherebbero come mai la gestione ne sia così ambita, si ricorderà in proposito lo scontro giudiziario attraverso Tar prima e Consiglio di Stato poi tra la coop storica che lo amministrava e il Consorzio Intesa subentrato circa un anno fa. Ed è la stessa domanda che potrebbe essersi fatta la magistratura inquirente se è vero che solo un mese fa già due persone direttamente legate alle vicende dell’asilo, e alla sua amministrazione, figurano tra coloro che sono state chiamate a eleggere domicilio nell’ambito dell’inchiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, la Procura della Repubblica di Latina, per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, abuso d’ufficio e falso: Angela Ciardi, presidente del Consorzio Intesa, e la funzionaria comunale Mariangela Parasmo.
Due conti allora, considerando primariamente che la sede costa d’affitto circa tremila euro al mese. Ogni anno la Regione Lazio attraverso il Dipartimento Programmazione Economica e Sociale, nell’ambito dell’area Sostegno alla famiglia e minori, contribuisce alla gestione degli asili nido comunali e convenzionati. Negli ultimi due anni la Pisana ha erogato al Comune di Formia 154.130,75 euro nel 2012 e 140.594,32 euro nel 2013, ripartiti secondo l’attribuzione di una quota fissa per ogni asilo nido, differenziata a secondo della ricettività (15.000 euro per strutture fino a 40 posti bambino; 20.000 euro per strutture fino a 50 posti; 25.000 euro per strutture oltre i 50 posti) e della frequenza media. Di fatto, quindi, nel 2012 l’Asilo La Vecchia Quercia ha percepito 15.000 euro come quota fissa e 52.947 euro per il secondo parametro. Nel 2013, invece, sempre 15mila euro di quota fissa ma 49.153,03 euro per la frequenza media.
Per meglio comprendere, i restanti asilo convenzionati di Formia (erano otto lo scorso anno), hanno invece ricevuto 86.183,75 euro nel 2012 e 76.441,29 euro nel 2013. Nulla di strano se non fosse che la Vecchia Quercia in entrambi gli anni ha dichiarato come ricettività e frequenza media 40 bambini. Quando è noto come i bimbi frequentanti non sono siano mai stati più di trentadue anche a causa, più volte segnalato, di un anomalo ritiro dei figli da parte dei genitori. Non di rado dopo periodi piuttosto brevi pur in presenza di un personale altamente qualificato, rimasto invariato negli ultimi venti anni.
Non è tutto. Oltre al finanziamento di sostegno agli asili, la Regione eroga annualmente anche un contributo per le famiglie in lista di attesa presso gli asili nido pubblici o che sono residenti in comuni che ne sono privi. Si legge nelle motivazioni della determina regionale la destinazione di queste somme: “un sostegno economico alle famiglie che non potendo usufruire, durante l’anno educativo 2012-2013, del servizio pubblico di asili nido perché non rientrate nella graduatoria comunale o perché non esiste un servizio pubblico nel comune di residenza, utilizzeranno un asilo nido privato autorizzato o un servizio alternativo autorizzato per la cura dei bimbi di età compresa fra i zero e i tre anni”.
E Formia qui fa la parte del leone perché negli ultimi anni ha ottenuto 50mila euro all’anno, più di Cisterna (44.200 euro), Latina (41.100 euro), Aprilia (39.100 euro) o Fondi (37.157 euro). Peccato che quella cifra il Comune non l’abbia mai utilizzata lasciandola in Regione, pur in presenza di richieste da parte di non poche famiglie Il motivo? Secondo le informazioni raccolte perché il Comune non ha una lista d’attesa per l’asilo comunale. In sostanza, chi non accetterebbe di mandare i propri figlia alla Vecchia Quercia verrebbe direttamente depennato, così di fatto non favorendo la creazione di una lista d’attesa. Che però la legge prevede e per cui non esiste l’obbligo di essere iscritti a un asilo comunale.
Anzi, si legge, sono destinatarie dei contributi le famiglie residenti nei comuni “con figlio/i iscritto/i, nell’anno educativo a un asilo nido privato o ad un servizio alternativo privato autorizzato dal Comune, presente nelle liste di attesa degli asili nido comunali ovvero residente in un comune privo di asili nido comunali o convenzionati con il Comune”.
Nessuna differenza quindi per ricevere il contributo regionale, 150 euro per un importo massimo di 1.650 euro a bambino per undici mesi, la cui graduatoria fissa la pubblicazione entro il novembre successivo da parte del Comune. Che però non provvede. E il perché se lo potrebbe essere chiesto anche la Procura.
LA VICENDA DELL’ASILO ”LA VECCHIA QUERCIA”
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