Sabaudia, integrazione non solo a parole: la petizione al sindaco

Il comune di Sabaudia
Il comune
di Sabaudia

Nei giorni scorsi è stata consegnata al sindaco di Sabaudia, Maurizio Lucci, una petizione, 300 firme per chiedere che l’integrazione di cui tanto si parla non sia solo a parole ma soprattutto non sia a senso unico. Trecento firme, per un’iniziativa a quanto pare spontanea, pagine in cui si fa riferimento anche alla vicenda dei Marò che chiama in causa tutta l’Italia e quindi anche la città di Sabaudia. Ma cosa chiedono questi 300 cittadini? Che le regole vengano accettate da tutti italiani e non,  che occorre rispettare la cultura e le religioni altrui ed allo stesso modo anche quella della nazione ospitante, che bisogna garantire il lavoro a tutti, nella legalità ma che allo stesso tempo generalizzare è forse sbagliato. Implicitamente, quindi nella petizione si chiede al sindaco di fare da garante per tutto questo. Integrazione quindi non a senso unico nel senso che tutti debbono fare la propria parte senza che a priori esistano buoni e cattivi, un sollecito ad andare a fondo nelle questioni e nella realtà del territorio che ha molte sfaccettature. Nella lettera, che accompagna la petizione i toni talvolta si alzano, segno che forse esistono comunque delle situazioni di insofferenza, questa volta forse per i cittadini. Non si esclude che sulla questione venga aperto un tavolo di confronto o che la politica sia chiamata ad intervenire.