Non fosse stato per un conflitto di competenze tra i tribunali di Latina e Cassino, che ha di fatto svelato le carte sull’indagine De Vizia, altrimenti ancora top secret, non sarebbero arrivate neanche le notifiche di comparizione in Cassazione, competente a questo punto a decidere sulla ‘controversia’ tra i due tribunali. Le notifiche arrivano perché il conflitto si solleva solo dopo che il pm titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore della Procura di Latina Giuseppe Miliano, chiede misure cautelari o patrimoniali al Gip di Latina, il quale, non ritenendosi competente, coinvolge l’omologo ciociaro, anch’esso del medesimo avviso.
Perciò interviene la Cassazione che notifica le convocazioni a coloro i quali nell’indagine dovrebbero risultare come indagati. Cioè, pur non essendolo ufficialmente, non ci sono altri motivi per i quali siano stati chiamati in causa. Insomma si è creato un corto circuito nel sistema e l’indagine, finora sconosciuta, è stata svelata, responsabili compresi. A chi sono arrivate le comparizioni? Diciassette i nomi tra amministratori, ex amministratori, funzionari, dirigenti, imprenditori e dipendenti De Vizia.
I nomi: Antonio Raimondi (ex sindaco di Gaeta e attuale consigliere comunale), Giovanni Ialongo (ex assessore all’ambiente del Comune di Gaeta), Antonio Salone (ex assessore all’ambiente del Comune di Gaeta), Salvatore Ferro (ex assessore all’ambiente del Comune di Gaeta), Sisto Astarita (ex dirigente all’urbanistica del Comune di Gaeta), Veronica Gallinaro (ex dirigente al bilancio del Comune di Gaeta, recentemente reintegrata a tempo indeterminato), Bonaventura Pianese (ex dirigente ai lavori pubblici), Emilio Masiello (ex dirigente ai lavori pubblici e all’ambiente, già arrestato nel 1992 per un’altra indagine sui rifiuti a Gaeta), Mario Di Nitto (ex funzionario del settore ambiente), Giandomenico Valente (funzionario settore ambiente), Cosimo Martinelli (funzionario settore ambiente), Stefania Mancini (funzionario settore ambiente), Vincenzo e Nicola De Vizia (titolari della ditta che aveva l’appalto dei rifiuti a Gaeta e già arrestati nell’ambito di una indagine sui rifiuti a Ponza nel 2013), Antonio Baris (responsabile territoriale del servizio e anch’egli finito agli arresti nell’indagine a Ponza), Mino Di Ciaccio (responsabile del servizio a Gaeta) e Mafalda Ciccolella (funzionario della ditta).
Ora, pur non essendoci nulla di ufficiale, vista la segretezza dell’indagine, conflitto a parte, possibile la richiesta di misure cautelari nei confronti dei soggetti coinvolti. Anche perché i due giudici per le indagini preliminari vengono chiamati in causa proprio per dover decidere sulla richieste cautelari avanzate.
Intanto sempre sul versante rifiuti, a seguito dell’interdittiva antimafia, arrivata in questi giorni alla ditta in carica a Gaeta, da parte della Prefettura di Roma, la Ecocar, il sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano ha diramato una nota nella quale annuncia di aver scritto proprio alla Prefettura. Potrebbe profilarsi una sostituzione d’ufficio della ditta proprio da parte delle Prefettura.
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