Poltrone, politici “vintage” e sgambetti sullo sfondo di un aperitivo: addio unione tra i grillini di Fondi

Un aperitivo a sancire indirettamente la rottura definitiva, per uno scontro fratricida sempre più velenoso. Tra “Fondi a 5 stelle” e “Per un futuro da sogno”, i due meetup grillini presenti nella Piana, dalla guerra fredda, silenziosa, si è in pratica passati a far volare gli stracci. Addio unione. E rinnovati, grossi dubbi sulla concessione del simbolo del M5S in occasione delle amministrative 2015: tra i due litiganti, rischia di non godere nessuno. Una querelle che va avanti da mesi, risultata indenne a qualsiasi reciproco tentativo di venirsi incontro. Troppe anime, personalismi, piccole scorrettezze, accuse e sospetti. Qualche esempio? Si danno degli antidemocratici a vicenda. Ognuno si dice flessibile e disponibile, pronto all’unione, ma continua a guerreggiare. Con situazioni del genere, i buoni propositi sono serviti a poco o nulla.

L’ultimo strappo domenica, in occasione dell’appuntamento organizzato dai grillini di “Fondi a 5 Stelle”, il secondo venuto tra i due meetup in guerra. L’(amaro) “Aperitivo a 5 Stelle”, ha visto convergere i portavoce istituzionali di ogni livello, dal parlamento europeo al consiglio regionale. Con loro, oltre agli organizzatori, militanti e simpatizzanti provenienti dai Comuni del comprensorio, dal Frusinate, finanche dall’hinterland capitolino. In mezzo alle presenze, un’assenza indicativa: da parte dell’altro meetup, i cui vertici e sostenitori erano stati invitati, non c’era nessuno. Un boicottaggio bello e buono. Dalle versioni differenti. Gli organizzatori sono convinti di un diktat giunto dai vertici di “Per un futuro da sogno”, con annessa, presunta minaccia di “tagliare fuori” gli iscritti che si fossero presentati all’evento dei concorrenti. Da “Per un futuro da sogno” parlano invece di “bugiardate” e scelta condivisa da tutta la base, pure per una questione di lesa maestà, come dicono candidamente: non li hanno fatti partecipare, sostengono, all’organizzazione dell’aperitivo dei veleni.


*Un gazebo dei mesi scorsi organizzato da "Fondi a 5 stelle"*
*Un gazebo dei mesi scorsi organizzato da “Fondi a 5 stelle”*

Comunque sia andata veramente, il dato generale è un altro. E univoco: le frizioni, giustificate o meno che siano, appaiono insanabili. Ad oggi, l’unione auspicata anche dai vertici regionali del MoVimento è una chimera. Perché? Ognuno ha i suoi. Da “Fondi a 5 Stelle”, dell’organizer Sergio Leone, non vedono ad esempio di buon occhio la truppa di ex assessori e politici “d’annata” – Gianfranco Antonetti, Augusto Venditti, Tonino Carocci, Augusto Parisella –  iscritta o comunque gravitante attorno all’altro meetup: quello che viene visto come un tentativo di riciclo da parte di qualche vecchio leone della politica locale, alla faccia dell’annunciato rinnovamento. Insomma, no al “vintage”. Nonostante un (tentato) abboccamento con almeno uno dei vecchi amministratori in questione anche da parte loro.

*Uno dei gazebo di "Per un futuro da sogno"
*Uno dei gazebo di “Per un futuro da sogno”

Dal meetup di “Per un futuro da sogno”, nato due anni fa e attualmente raccolto attorno alla figura di Luca Mastromattei, manco a dirlo respingono le accuse al mittente: vecchio è bello, se capace di apportare idee ed esperienze. Pensiero che si sposa poi con le regole d’iscrizione del blog nazionale di Grillo: fuori da ruoli politici ufficiali ormai da qualche anno, gli “intoccabili” possono tranquillamente far parte dei pentastellati. Tanto più che, per motivi d’opportunità, al di là dell’impossibilità di accedere alle cariche sociali, alle amministrative non verrebbe candidato nessuno di loro, come spiegato dall’ambiente di Mastromattei e soci. Da dove a loro volta puntano il dito contro i cugini dell’altro coordinamento: “attaccati alle poltrone” perché decisi ad avere un ruolo di primo piano dopo la fusione saltata. Questo, in sostanza, il pensiero ridondante negli ultimi tempi.

Ciò nonostante, fino all’ultimo una mediazione c’è stata. Andata a farsi friggere al fotofinish. Il “vintage” sarebbe stato ammesso previa votazione. E si era deciso per la scelta dell’organizer e di 4 co-organizer da parte del gruppo “Fondi a 5 stelle”, e per quella del portavoce e di 4 co-organizer tra le file degli altri. “Senza il principio di evitare di attribuire tali cariche a coloro che in quel momento, e anche attualmente” le ricoprono, spiega una nota del gruppo di Mastromattei. Secondo i cui componenti tutto sarebbe saltato per la mancata volontà degli altri, come ulteriore passo, di istituire una commissione per la creazione di un nuovo regolamento interno e di ratificare tutti gli iscritti del neonato meetup mai partorito. Peccato che, per gli “altri”, le colpe siano della controparte. Delle due l’una.

5 stelleTRA DIFFICILI COESISTENZE E TIMORI– C’è chi ondeggia tra un meetup e l’altro col malcelato obiettivo di vedersi candidato a sindaco. Chi torna – o prova – ad affacciarsi sulla scena politica dopo un lungo letargo, come un gruppetto di ex amministratori, anche di un certo rilievo, provenienti direttamente dagli anni Ottanta e Novanta, e dalle più disparate esperienze politiche. Dall’ex maoista all’ex Alleanza nazionale, passando per l’ex socialista. Tutti più o meno a braccetto sullo sfondo di uno dei due meetup, non lesinando, alcuni, capatine nell’altro. C’è chi, poi, è disposto a lottare fino all’ultimo sangue pur di veder riconosciuta la propria leadership tra i grillini locali, o almeno un posto al sole nel coordinamento. Tutti, infine, tra una discussione sul regolamento e una sulle iscrizioni, a guardarsi fianchi e spalle: il sospetto che dall’altra parte vi siano degli “infiltrati” fazzoniani, è comune ad entrambi i meetup.

Queste, alcune delle principali circostanze che hanno portato dapprima ai dissidi sotterranei, ora al veleno. Il risultato? Da ambedue le parti, impegnate a risolvere i problemi interni, il lavoro attivo sul territorio va troppo spesso al ralenti, o almeno è questa la netta impressione. Con la strada per riconfermare in vista delle amministrative 2015 le sostanziose preferenze “virtuali” a livello locale, frutto del voto d’orientamento nazionale, che continua a rimanere decisamente in salita.