Il deposito (abusivo) Intergroup di Sessa Aurunca sito di interesse strategico nazionale, Legambiente insorge

Ancora un'immagine del deposito

Il traffico di pet – coke e il deposito, abusivo, di Sessa Aurunca del gruppo Intergroup. Nel silenzio generale che sulla vicenda si è diffuso negli ultimi mesi, a riportare la questione in primo piano è il direttivo del Circolo di Legambiente di Sessa Aurunca.

Legambiente, in data 23-09-2014, ha spedito una lettera sul problema del deposito sito sulla via Appia al km 158,400 a tutti i consiglieri comunali, al sindaco, agli assessori, ai segretari dei partiti PD, PSI, SEL, M5S, all’on. Gennaro Oliviero, al capo settore Ambiente Pasquale Sarao, e, per conoscenza, al vescovo, mons. Piazza.


*Deposito Intergroup a Sessa Aurunca*
*Deposito Intergroup a Sessa Aurunca*

Nella lettera si poneva l’accento sulla necessità di rispettare la legalità e sull’assunzione del principio di responsabilità e sul principio di precauzione, chiarendo che le problematiche relative al deposito sono di duplice natura:

pericolo di tale materiale per la salute, contenendo esso gli IPA, idrocarburi policiclici aromatici, con elementi cancerogeni;

l’abusivismo in cui tale attività funziona da ben 23 anni.

Relativamente al primo punto si è in attesa della relazione finale che Agostino Delle Femmine, dell’ARPA Campania, dovrà inviare all’amministrazione comunale. La relazione arriverà subito dopo la conclusione delle analisi che ora sono al vaglio del laboratorio di Pozzuoli.

*Un camion in transito del golfo per il trasporto pet coke fotografato cinque giorni fa (si noti la non chiusura del cassone superiore)*
*Un camion in transito da Formia per il trasporto pet coke fotografato cinque giorni fa (si noti la non chiusura del cassone superiore)*

Quanto al secondo punto, ossia alla situazione di abusivismo in cui opera l’attività di carico e scarico del pet-coke in zona agricola, è problema squisitamente politico-amministrativo.

Si sta delineando l’ipotesi che si possa concedere il cambio di destinazione da zona agricola a zona industriale essendo il deposito – dicono – di interesse strategico nazionale. Non si riesce a comprendere perché dev’essere sempre il nostro territorio destinato a sacrificarsi per un non ben identificato interesse nazionale, vedi centrale nucleare, il cui sito rischia molto realisticamente di diventare deposito dei propri rifiuti radioattivi, se non di rifiuti di medicina nucleare e scorie provenienti da Francia e Inghilterra.

deposito intergroup
*La zona, nei pressi del Garigliano, dove il deposito è ubicato*

Da chiarire che la zona in cui si trova il deposito è distante un centinaio di metri o poco più dal fiume Garigliano, al centro di una delicata rete di acquiferi, confinante con un pescheto su cui si depositano le polveri sottili e, fino a poco tempo fa, con un allevamento di bufale.

Se si verificasse la disgraziata ipotesi di cambiare la destinazione della zona da agricola a industriale, il proprietario sarebbe autorizzato a rilasciare, in aria come in acqua, un carico di inquinanti di gran lunga superiore.

Nella lettera si pregavano i destinatari di dare un cenno di riscontro. Ebbene, a parte una interrogazione a risposta scritta presentata dall’on.Gennaro Oliviero al presidente della regione Campania Stefano Caldoro e all’assessore Ambiente Giovanni Romano; oltre a una richiesta di spiegazioni rivolta al sindaco Tommasino, dalla consigliera Carmela Messa, nessuno ha ritenuto di chiarire quali iniziative intenda intraprendere relativamente alle funzioni squisitamente amministrative e politiche concernenti il grave abusivismo in cui opera la Interport titolare del deposito di pet-coke.

Erroneamente si pensa che il problema, presentato in una affollata assemblea pubblica di Legambiente nel giugno scorso, appartenga solo alla nostra associazione, mentre riguarda tutti i cittadini”.