Decine di documenti cartacei, raccolti in oltre 40 faldoni, sono stati dissequestrati ieri mattina. Si tratta dell’intera banca dati della società Aser e di Tributi Italia, anagrafe dei contribuenti e resoconti dell’attività di riscossione dei tributi da parte delle due società dal 2000 al 2010. Un atto fondamentale per arrivare a scovare gli evasori e chiedere i soldi a coloro che non avevano pagato i tributi comunali e pensavano di averla fatta franca. Alcune cose saranno certamente andate in prescrizione, ma altre sono esigibili.
Il sequestro avvenne il 10 giugno 2010 dalla Digos di Latina ad Aprilia, su ordine del sostituto procuratore Raffaella Falcione che indagava per peculato su Patrizia Saggese e Gianfranco Froio, rispettivamente amministratori di Tributi Italia e Aser, per non aver restituito al Comune di Aprilia l’archivio dei dati relativi al servizio di riscossione dei tributi gestito in passato dalle due società.
Il Comune di Aprilia nei mesi antecedenti aveva diffidato le società e ottenuto dal giudice del tribunale civile di Roma l’ordine di consegnare la documentazione. Di fronte alle resistenze di Tributi Italia e Aser era stato emanato un decreto di sequestro. Ci sono voluti quattro anni e mezzo al Comune per farsi restituire l’ingente mole di documenti. Si tratta dell’anagrafica dei contribuenti del Comune di Aprilia, la banca dati degli stessi contribuenti, suddivisa per ogni singolo tributo, il conto giudiziale dell’agente contabile con relativi documenti giustificativi delle entrate e delle spese, nonché i bollettari relativi alla riscossione dei singoli tributi e relative liste di carico.
Finora l’Ufficio Tributi ha dovuto ricostruire da zero l’anagrafica. Circa il 25% dei cittadini apriliani non è censita. Ora si procederà ad incrociare i dati per capire chi non risulta iscritto all’anagrafe tributaria del Comune e chi, pur essendoci, non ha regolarizzato la propria posizione.
