Crac Permaflex, sarà ascoltato un altro testimone

Il pm Cristina Pigozzo vuole indagare ancora sull’ipotesi di bancarotta per il fallimento Permaflex. Anziché concludere, come previsto, il pubblico ministero ha così chiesto e ottenuto dal Tribunale di Latina di ascoltare un’altra testimone, una svizzera, sostenendo che la donna potrebbe far luce su un conto di una società anonima lussemburghese, aperto a Basilea e ritenuto riconducibile ad Alberto Veneruso, dove per l’accusa sarebbe finita parte del denaro della storica azienda di materassi a molle.

I giudici Pierfrancesco De Angelis, Fabio Velardi e Luigi Varrecchione chiederanno una rogatoria e occorrerà vedere se verrà concessa. Giancarlo Nastro, cognato di Veneruso e anche lui imputato nel processo, tramite il suo difensore ha intanto depositato l’interrogatorio da lui reso dieci anni fa alla Finanza, in cui accusa il numero uno di Permaflex e Avio di aver dirottato appunto ingenti somme in Svizzera, relative alle dismissioni delle partecipazioni in una società tunisina.


Secondo gli inquirenti, il crac della Permaflex, decretato dal Tribunale di Latina nell’ormai lontano ottobre 2002, sarebbe stato caratterizzato da operazioni utili a trasformare una società in un guscio vuoto, con trasferimenti di marchi e triangolazioni con società estere, a partire da quelle con sedi in Lussemburgo e nelle Isole Vergini Britanniche.

Imputati per bancarotta l’imprenditore Alberto Veneruso, insieme ad altri manager e sindaci, Giancarlo Nastro, Giuseppe Vitiello, Giuseppe Maranghi, Giorgio Di Mare, Marco Cimino, Maurizio Genovese e Roberto Santoro. Oggetto del processo bancarotte preferenziali, la vendita di partecipazioni di una società tunisina, con denaro poi transitato in Svizzera, e la vendita di un immobile a Capena.

Si torna in aula il 15 luglio.