Formia, protesta davanti all’ex Enaoli per chiedere il rilancio del sito

Hanno manifestato pacificamente davanti i cancelli chiusi dell’Ex Enaoli, i componenti dell’Associazione “Diamo un calcio alla crisi”, che attendono dalla Regione Lazio il via libera ad un interessante progetto di rilancio del sito abbandonato. La stragrande maggioranza dei componenti dell’associazione è composta da persone in mobilità e senza lavoro del sud della provincia pontina, in gran parte provenienti da aziende del settore del tessile e della gomma plastica, che con grande dignità, si sono unite e hanno deciso di uscire dall’assistenzialismo reinventandosi un lavoro puntando su quanto il territorio può offrire. Per tale scopo, è stato individuato, nell’Ex Enaoli di Formia, una importante occasione per realizzare i loro progetti.  Il sito, che infatti da anni è abbandonato e preda del degrado assoluto,  conta una superficie di dieci ettari, capannoni, attrezzature, serre e quant’altro possa essere utile per impiantare un’attività legata all’agricoltura biologica e di alta qualità.

Assistiti da qualificati agronomi, hanno presentato alla Regione un preciso ed articolato progetto che prevede la coltivazione di prodotti storici come agrumi, olive, vite, ortaggi, ma anche  produzioni innovative ed allevamenti,  quali quelli l’aloe vera e delle lumache da utilizzare nella cosmesi e nella farmacopea. Un punto qualificante è poi costituito dalla Fattoria Didattica, rivolta alle scolaresche della zona, uno spazio in cui effettuare dimostrazioni pratiche su coltivazioni orticole, apicoltura, allevamento di animali da cortile di piccola taglia, coltivazione di piantine ornamentali.


La concretezza e la fattibilità del progetto hanno favorevolmente colpito i dirigenti regionali, che hanno ben compreso di aver di fronte, non la solita lista di cose impossibili da realizzare e da finanziare a fondo perduto, ma una programmazione solida, avanzata da persone che credono fermamente nella loro iniziativa, tanto che un cospicuo gruppo sta partecipando ad un corso di formazione di apicoltura, presso l’Istituto Agrario di Itri. Ma ad oggi, nonostante le pacche sulle spalle ricevute anche in Regione, i cancelli restano ancora chiusi.