Fondi, la Polizia “becca” tre “topi” d’appartamento. E c’è una pista a luci rosse

AGGIORNAMENTOllegalità e degrado a braccetto in pieno centro storico, a Fondi. Quattro piccoli appartamenti occupati abusivamente, depredati di ogni cosa di valore, ridotti a probabile nascondiglio di oggetti provento di furto. Almeno uno, addirittura teatro di serate a luci rosse: il sospetto è che qualcuno degli “ospiti” l’avesse adibito a casa d’appuntamento. Pure perché, tra le altre cose, nel corso della perquisizione è saltata fuori una scatola per biscotti contenente una ventina di profilattici pronti all’uso.

*L'interno di uno degli appartamenti occupati, che affaccia anche su via Chiesa*
*L’interno di uno degli appartamenti occupati, che affaccia anche su via Chiesa*

Al di là che vi fosse o meno anche un’alcova a pagamento, di sicuro quello scoperto martedì pomeriggio nel corso di un blitz degli agenti del Commissariato locale era quasi diventato un mondo a parte. Un anonimo vicoletto, via Silvio Pellico, in parte “assaltato” da tossicomani e disagiati di varia natura, fino a ritrovarsi zona grigia ai confini della legalità. Senza che nessuno, nel vicinato, si rendesse conto di nulla.


Gli uomini del vicequestore Massimo Mazio vi sono arrivati in un intreccio di indagini su spaccio di droga e furti in appartamento, denunciando per ora tre persone: una pregiudicata fondana 29enne; un pregiudicato 34enne, anche lui del posto; un 28enne indiano, da inizio anno con l’obbligo di firma perché arrestato dalla stessa polizia con una boccetta di metadone.

Variegata umanità che, con utilizzi e modi differenti, si era appropriata di monolocali e bilocali dislocati all’interno di due stabili attigui. Tre appartamenti di proprietà di un’americana residente in Francia, il quarto di un fondano impegnato per lavoro nella Capitale. Approfittando del fatto che fossero abitati solo d’estate, gli ingressi erano stati forzati e gli abusivi – probabilmente più dei tre individuati e denunciati – la facevano da padroni. Utilizzando i tetti “conquistati” non solo come semplici dormitori di fortuna.

Di volta in volta, divenivano luoghi per incontri sessuali, deposito per presunti ricettatori, e, indirettamente, “bancomat”. Come hanno accertato i legittimi proprietari, dagli appartamenti occupati è infatti sparito un po’ di tutto: da alcuni oggetti in oro a delle biciclette, dalla biancheria ai mobili. Alcuni trovati cannibalizzati delle parti in metallo, rivendute per pochi euro.