Lenola, nomina contestata alla Comunità Montana: la guerra per la poltrona finisce dal Prefetto

Una guerra per una poltrona. Con un’eco che, tra accuse e colpi di scena, partendo dalle colline di paese è arrivata dritta al capoluogo. Fino ai vertici di piazza della Libertà: ieri mattina il sindaco di Lenola Andrea Antogiovanni ha chiesto un incontro al prefetto Pierluigi Faloni.

Alla XXIIesima Comunità Montana la nomina dell’assessore in rappresentanza del Comune lenolese sta diventando sempre più un caso. Pareva chiuso con la nomina “a ostacoli” di Marco Mastrobattista. Invece è ancora aperto, ed anzi pronto a deflagrare.


I vertici dell’ente montano, in mano a Forza Italia, mercoledì hanno infatti reso noto di non ritenere valida l’ultima seduta. E di ritenere dunque irregolare l’elezione di Mastrobattista, in quota Ncd e designato proprio in occasione di quella riunione di fine gennaio, che aveva visto anche il momentaneo intervento dei carabinieri. Tranne il lenolese Severino Marrocco, l’altro dei candidati all’assessorato, tra assenze e “fughe” dall’aula di forzisti non ce n’erano, e si stava propendendo per far saltare la seduta. Decisione contestata da Mastrobattista, che da lì a poco, dopo aver chiamato le forze dell’ordine ed essere ricorso allo statuto comunitario, è stato eletto dai pochi presenti.

Braccio di ferro finito? No: il presidente del consiglio della Comunità Montana Aldo Farina crede che la nomina non sia valida per un vizio procedurale. E per il prossimo 12 febbraio ha convocato un nuovo consiglio, che all’ordine del giorno vede appunto la revoca della delibera d’incarico a Mastrobattista e una nuova elezione. Intenzioni che hanno portato la controparte ad insorgere: i continui ritardi nell’elezione starebbero danneggiando la comunità lenolese, e l’amministrazione comunale di cui Mastrobattista è parte integrante promette battaglia. A cominciare dalla “bussata”del sindaco al Prefetto.