Formia, operai pastificio Paone bloccano la produzione. L’azienda li incontra

Hanno paura. Vogliono vederci chiaro sul destino che attende il pastificio Paone di Formia, e quindi anche il loro. Perciò i 27 dipendenti del pastificio, ieri, lunedì, hanno fermato la produzione per circa 5 ore, per svolgere un’assemblea sindacale già concordata con la proprietà. In sostanza l’incontro è stato voluto dalle maestranze per avere chiarimenti circa “l’appesantimento finanziario” che sta vivendo il sito produttivo di Penitro. Un appesantimento finanziario che evidentemente si sta ripercuotendo anche sulle buste paga dei lavoratori.

C’ è da dire che il loro disagio non lo hanno mai legato alle responsabilità aziendali, quanto invece nei confronti della magistratura e dell’amministrazione comunale. Era loro intenzione, infatti, poi rientrata, di organizzare una manifestazione di protesta sotto il palazzo comunale di Formia, analogamente a quanto hanno fatto fuori al tribunale di Latina. Perciò nessun attrito con la proprietà, ma tutti uniti a combattere la stessa battaglia, anche in tribunale, “ma – come hanno detto – per fare chiarezza una volta e per tutte sulla vicenda del sequestro e mettere la parola fine alle difficoltà finanziarie”.


Stiamo parlando del sequestro dell’ex opificio, situato a piazza Risorgimento, che, come la stessa azienda ha già dichiarato più volte, è stata una vera e propria scure sui bilanci aziendali e quindi sugli equilibri finanziari. Un sequestro che dura ormai da tre anni e che vede coinvolto l’amministratore dell’azienda Stefano Paone, finito coinvolto nell’indagine della Procura di Latina, ribattezzata Sistema Formia, per il reato di concorso in abuso d’ufficio. Una posizione meno grave di altri coinvolti con l’accusa di associazione a delinquere. Per tutti si attendono ancora i rinvii a giudizio.