PRC Formia: “I bisognosi caduti nella trappola del nuovo ISEE: è necessaria una proroga”

RIFONDAZIONE COMUNISTA

Come ben sanno tutti la presentazione del modello ISEE è diventata uno strumento essenziale perché venga riconosciuto il diritto a poter usufruire di servizi e di aiuti a chi ne ha bisogno, dichiara il Circolo della Rifondazione Comunista “Enzo Simeone” di Formia.

Senza di esso infatti è impossibile accedere alle agevolazioni previste, quali quelle inerenti a prestazioni sociali e socio-sanitarie, quelle per le scuole e l’università, per i trasporti; nonché alle agevolazioni per le utenze domestiche e per i contributi per i canoni di locazione e gli affitti agevolati.


Un aiuto indispensabile per le famiglie colpite da una crisi economica, dagli effetti sempre più devastanti e che prende di mira soprattutto le fasce più deboli della popolazione, che non hanno più di che vivere dignitosamente. Peccato che dal 1° Gennaio 2015, con l’introduzione del nuovo ISEE , creato dal governo Monti nel 2011, e poi “perfezionato” dai governi Letta e Renzi, si è diffuso il caos, a causa della mancanza di chiarezza sulle procedure con le quali deve essere calcolato il reddito del nuovo ISEE, tanto che l’erogazione di molti servizi “essenziali” è in forte dubbio.

A rendere più ingarbugliata la matassa sono giunte tre sentenze del TAR del Lazio (2454/15, 2458/15 e 2459/15), che hanno escluso dal calcolo del nuovo reddito ISEE “trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, laddove non siano già inclusi nel reddito complessivo” e annullano le differenze tra disabili minorenni e maggiorenni”.

Nel frattempo però bisogna anche dare una risposta a chi da gennaio ad oggi ha fatto la nuova dichiarazione ISEE, alla luce di queste sentenze le dichiarazioni prodotte sono ancora valide oppure bisogna rifarle? Il governo Renzi tace, mentre i CAF non sanno che fare, non avendo ricevuto alcuna indicazione in merito.

Il tempo però passa e se non si prendono subito delle decisioni molti cittadini potrebbero trovarsi senza una dichiarazione ISEE valida, perdendo quindi le già magre agevolazioni di cui hanno diritto.Anche l’INPS se ne è resa conto dei problemi nati con il calcolo della nuova dichiarazione ISEE, tant’è che sarà possibile presentare le domande per accedere ad alcune agevolazioni anche senza aver precedentemente presentato la dichiarazione sostitutiva unica (vedi Home Care Premium).

Insomma non sanno nemmeno loro che pesci prendere e si arrampicano sugli specchi, in attesa di una soluzione che venga dal governo centrale.

Per lo stesso motivo chiediamo a tutti gli enti pubblici che erogano le agevolazioni in favore delle famiglie in difficoltà economica, di posticipare l’applicazione delle nuove disposizioni per il calcolo del reddito ISEE, fino a quando non verrà fatta piena chiarezza dal governo Renzi, sulle corrette modalità con le quali calcolarlo.

Il rischio è che la caccia ai furbetti, obiettivo dichiarato del nuovo reddito ISEE, si trasformi in un subdolo trucco dello Stato per erogare meno servizi e far pagare di più le famiglie ridotte sul lastrico, escludendole dai benefici fino a qui giustamente goduti, in virtù proprio del loro stato di indigenza.

Se proprio il governo Renzi vuole dare la caccia agli sprechi,  conclude il comunicato, non dovrà fare altro che guardare nelle aule parlamentari, dove da anni bivacca una classe politica che ha fatto della difesa dei propri privilegi la propria ragione di vita. Oppure dare la caccia ai tanti imprenditori che hanno fatto razzia di finanziamenti pubblici, senza creare un solo posto di lavoro. Ma di certo la smetta di prendersela con chi in questi anni di crisi si è impoverito.

In particolare ad essere colpiti dai tagli allo stato sociale sono i lavoratori, i precari, i disoccupati, i pensionati che sono la vera ossatura di questo paese sempre più allo sbando, e contro i quali viene portata aventi una decisa opera di delegittimazione, accusandoli di essere dei parassiti, al solo scopo di far digerire al resto del paese riforme che azzerano lo “stato sociale”, rendendoci tutti meno cittadini.