Omicidio Barlone, cittadinanza onoraria per i carabinieri

I carabinieri che hanno risolto il caso dell’omicidio Barlone pronti a diventare cittadini onorari di Monte San Biagio.

E’ così che l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Federico Carnevale intende esprimere la riconoscenza della comunità locale nei confronti degli investigatori che lo scorso 11 maggio, dopo indagini certosine, hanno chiuso il cerchio sui presunti responsabili del delitto del 61enne ex diacono “don” Patrizio Barlone, rinvenuto privo di vita il 9 febbraio nella propria abitazione nel cuore del paese. A due passi dal Municipio e praticamente di fronte la stessa Stazione dell’Arma. Una morte violenta avvenuta al culmine della festa patronale, come in un film, e che aveva scosso non poco i residenti del piccolo, tranquillo Comune collinare. Per un’ovvia disabitudine a fatti di cronaca di tale portata, per l’efferatezza con cui chi ha agito si era accanito sulla vittima. Ma soprattutto per il dubbio che in paese fosse ancora a piede libero un killer. Eventualità poi messa da parte con l’arresto di un fondano e cinque campani, operazione ad ampio raggio giunta in seguito a settimane di sopralluoghi, audizioni, accertamenti tecnico-scientifici e indagini vecchio stampo. Fino a rimettere a posto, un pezzo dietro l’altro, le tessere dell’intricato puzzle attorno a un omicidio da cui si partiva quasi da zero. Gli elementi concreti erano inizialmente limitati, gli autori materiali dei fantasmi provenienti dalla Campania e sconosciuti a queste latitudini. Facile, intuire il gran lavoro dietro il blitz decisivo.


Un’operazione che ha contribuito a rafforzare il senso di sicurezza e fiducia nelle forze dell’ordine, con l’amministrazione Carnevale che ha dunque colto l’occasione per il riconoscimento della cittadinanza onoraria ai militari impegnati in prima linea, anche in virtù del “servizio costantemente svolto per la collettività”: il conferimento è atteso nel corso del prossimo consiglio comunale, che si terrà nella prima metà di luglio in una data da fissare. Diventeranno monticellani a tutti gli effetti il comandante della Stazione locale Michelangelo Nania, i suoi sette sottoposti, il capitano Margherita Anzini, ai vertici della Compagnia di Terracina, ed il maggiore Paolo Befera, comandante del Nucleo investigativo di Latina.