Aprilia in prima linea: “No la pulizia parchi agli immigrati di Karibù”

Continua a tappe forzate la marcia di avvicinamento della Giunta Terra alle gerarchie politiche e affaristiche del PD romano, ciò in previsione di future alleanze e con la speranza di rinverdire carriere politiche in evidente affanno. Ciò è dimostrato anche dalla notizia apparsa sulla stampa che, come nella più pelosa e indecente retorica buonista renziana, il Comune di Aprilia ha pensato bene di affidare tramite la coop Karibù di Sezze, agli immigrati clandestini ospitati sul nostro territorio il servizio di pulizia dei parchi pubblici retribuendolo con denaro proveniente, a loro dire, da fondi del Ministero degli Interni per l’emergenza immigrazione. Partendo dal presupposto che sono notevoli i punti da chiarire su questo tipo di vicende anche dal punto di vista legale e che, in casi analoghi in altre parti d’Italia, sono partite pesanti proteste e contenziosi. Appare evidente come volutamente non vi sia la minima attenzione alle fasce deboli italiane, sempre più toccate dalla crisi economica e dal disimpegno delle Istituzioni in tema di assistenza.

E’ curioso di come con estrema facilità si trovino soldi e risorse per gli allogeni per di più clandestini mentre, agli italiani in difficoltà sui temi come il lavoro, la sanità e la casa viene ripetuto che “i soldi non ci sono”. E’ chiaro che queste politiche sapientemente preparate da campagne mediatiche pesanti come bombardamenti a tappeto, mirano a mantenere nell’opinione pubblica più influenzabile il timore che se “non sei d’accordo con noi allora sei un razzista”. Ma allora, come la mettiamo ad esempio con le dichiarazioni del leader di Confindustria – a meno che non si voglia far passare quest’organizzazione come un covo di pericolosi estremisti – che con chiarezza ha detto che l’attenzione della politica deve andare prima agli italiani? Cosa c’è di male in ciò? Partendo dal presupposto che un’operazione del genere ha il sapore di mascherare semplicemente l’invio di altro denaro verso le coop che si occupano del business dell’accoglienza, ma se l’immigrato clandestino non avesse alcuna intenzione di lavorare? E se si fa male, chi paga?


Riteniamo che tutto quest’impegno politico debba essere rivolto alla risoluzione prima di tutto delle emergenze sociali ed economiche delle migliaia di famiglie italiane preda della disperazione. Invitiamo i cittadini a far sentire la propria voce, senza aver paura di essere additati come razzisti poiché ormai è evidente che questa è solo un modo finto ed ipocrita di non trattare il problema, ad esporre sui balconi e dalle finestre il tricolore italiano e a inondare di lettere e mail di protesta gli uffici del Comune. Infine, ci rivolgiamo al Prefetto di Latina, che era stato sollecitato a giugno dall’onorevole Borghezio dietro nostra sollecitazione, a far luce sull’affidamento diretto alla coop Karibù dell’alloggiamento di oltre 70 immigrati sul territorio di Aprilia.