Radioterapia di Latina, Tribunale Diritti del Malato: “Una lunga storia inaccettabile”

Riceviamo da Gianna Sangiorgi di Cittadinanzattiva, Tribunale per i Diritti del Malato sede di Latina, a proposito della radioterapia all’ospedale Goretti.

“Questa organizzazione di tutela ha un’attenzione ormai ultra ventennale per la Struttura di Radioterapia Oncologica dell’ASL Latina. Le vicende più remote, da molti dimenticate o mai conosciute, risalgono al disastro del 1993 quando nel corso di un’alluvione una valanga d’acqua si riversò dal piazzale esterno nei bunker. Tutte le attrezzature di terapia furono distrutte, tra queste un acceleratore lineare istallato da pochi mesi. Seguì un biennio durante il quale i pazienti oncologici della provincia di Latina per curarsi furono costretti a migrare alle strutture romane, percorrendo ogni paziente in media centoquaranta chilometri al giorno in più di quanto sarebbe stato necessario (per i trattamenti più protratti significa superare i cinquemila chilometri di percorrenze in eccesso).


Per le persone in terapia questo è stato un ulteriore calvario causato dalla incompetenza degli amministratori e degli uffici tecnici preposti. Il ripristino della struttura richiese tempi biblici. Fu acquistata una nuova macchina di terapia e per un breve periodo ne funzionò una seconda alluvionata e riparata. L’insufficienza di attrezzature determinava, come determina adesso, lunghe liste di attesa e migrazione.

Finalmente nel 2006, dopo ripetute pressanti e motivate richieste, fu acquisito e istallato un ulteriore acceleratore lineare che andò a sostituire quello alluvionato, riparato ma ormai non più funzionante. Da allora hanno lavorato due macchine per la radioterapia, ma nell’agosto 2013 la più vecchia, dopo circa 17 anni di servizio, è forzatamente “andata in pensione”.

Quindi da più di due anni la popolazione della provincia di Latina (548.613 abitanti) dispone di una sola macchina di radioterapia, quando il rapporto numerico previsto è di una per 150.000 persone residenti (perciò ne è presente una invece di tre). Dopo più di un anno dal pensionamento dell’acceleratore lineare, con usuale lentezza, la Regione Lazio ha deliberato “per l’acquisto di tecnologie sanitarie in somma urgenza”. Ed esattamente “alla Asl di Latina il finanziamento di euro 2.300.000,00, IVA compresa, per l’acquisto di un acceleratore lineare, in sostituzione di quello esistente presso il Servizio di Radioterapia del Presidio Ospedaliero S. M. Goretti di Latina, a valere sul capitolo H22527, per l’esercizio finanziario 2014” (delibera 18 novembre 2014, n. 779).

caffèQuanto esposto per far intendere lo sgomento con il quale in data 8 ottobre apprendiamo dalla stampa locale (Il Caffè di Latina, che alleghiamo in copia) che l’amministrazione dell’ASL Latina in questo ambito stia manifestando una inspiegabile inerzia, non avendo noi riscontrato alcuna variazione nello stato del Servizio di Radioterapia dell’Ospedale Goretti, a conferma di quanto affermato nell’articolo.

Come non bastasse leggiamo anche che la somma stanziata dalla Regione con una finalità definita nella delibera stessa con precisione inequivocabile, sia minacciata nella sua entità perché la si vorrebbe utilizzare in parte cospicua in altri modi.

Non possiamo fare a meno di rendere pubblico l’allarme che tale situazione suscita a motivo di:

• ulteriore ritardo nella erogazione di prestazioni che sono dovute ai cittadini contribuenti,
• destinazione solo parziale dell’importo deliberato dalla Regione Lazio per l’acquisto delle attrezzature con conseguente minor livello tecnologico e quindi qualitativo delle prestazioni erogabili,
• possibilità che un impiego non consono allo scopo dichiarato in delibera comporti, e sarebbe una beffa intollerabile per i pazienti oncologici della nostra provincia, la revoca del finanziamento stesso da parte della Regione.

Pertanto questa organizzazione chiede formalmente agli amministratori della ASL Latina di portare a pubblica conoscenza i motivi dei ritardi nell’attuazione della delibera regionale numero 779, nonché di rassicurare che la delibera stessa sia attuata correttamente e cioè nel rispetto assoluto di quanto in questa dichiarato”.