Don’t touch, Altomare é un fiume in piena: “Sono stato superficiale”

Natan Altomare (a sinistra) in conferenza stampa affiancato dall'avvocato Pasquale Cardillo Cupo

Il tentativo di estorsione ai danni di Fabio Menna della Progetto Amico? “Una calunnia. Mi ha denunciato solo per non pagarmi”. L’accusa di associazione per delinquere dedita ai furti? “Un equivoco. Avevo venduto l’auto con cui i romeni avrebbero fatto furti”. I rapporti con Gianluca Tuma? “Per me è solo un imprenditore”. E con Costantino Cha Cha Di Silvio? “Lo conosco, come tanti lo conoscono, magari ci prendevo un caffè insieme”.

Si è difeso così, in una conferenza stampa fiume, Natan Altomare, arrestato nell’ambito dell’inchiesta “Don’t touch” e tornato in libertà dopo venti giorni di carcere, avendo il Riesame annullato l’ordinanza di custodia cautelare per assenza di gravi indizi.


“Chiedo di essere riabilitato. Ho sbagliato, per essere stato superficiale, ma da qui a commettere reati ce ne passa. Ora mi hanno anche licenziato e sono senza un lavoro”, ha dichiarato l’indagato che, assistito dall’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, ha risposto alle domande dei giornalisti.

E il rapporto con i politici? “Ne conosco tanti. Ho avuto un rapporto intenso con Claudio Fazzone, con cui poi ho rotto non essendo venuto al funerale di mio padre. Sono amico di Enrico Tiero e Claudio Moscardelli. Ho mangiato insieme a pranzo per due anni con Nicola Calandrini, ma a nessuno ho mai chiesto di candidarmi”.

Altomare aspirava a un ruolo da manager nella sanità, che però non è arrivato, e ora, dopo le manette, sta cercando di ricostruirsi un’immagine.