Consiglio comunale a Formia, dubbi sugli appalti Cofely. E sul multipiano: “Vogliamo riprendercelo”

L'aula del Consiglio comunale

Ieri pomeriggio, mercoledì, è andato in scena il Consiglio comunale di Formia. Pochi argomenti all’ordine del giorno, ma abbastanza buoni per infiammare in alcune fasi lo scontro tra gli schieramenti. Già in apertura quando il consigliere di Generazione Formia Antonio Di Rocco ha fatto presente che il Comune si trova a violare la legge che impone l’approvazione del Dup – il documento unico di programmazione – entro il 31 dicembre. Ma il consigliere Aprea si è opposto ricordando che non trattandosi di un punto all’ordine del giorno non poteva essere discusso. E così è stato, ma Di Rocco ha fatto mettere a verbale che il Comune di Formia sta violando la legge su questa vicenda. E’ stata anche la seduta buona per accogliere Maria Rosaria Battaglia, la consigliera comunale che prende il posto del dimissionario Enrico Paone. Ecco le sue prime parole: “Accetto l’incarico con l’entusiasmo di chi ancora scommette sulla politica. Faccio riferimento a quello che è stato il motto della mia candidatura: eliminare privilegi, accogliere le esigenze dei giovani. Non deleghe ma partecipazione. A noi tutti la responsabilità di mantenere gli impegni presi con i cittadini”.

GIORNATA DELLA MEMORIA. E’ stata celebrata anche la giornata della Memoria in ricordo delle vittime dell’olocausto nazifascista. “Oggi – ha ricordato il sindaco Bartolomeo – ricorre il Giorno della Memoria. Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche liberarono il campo di sterminio di Auschwitz. Non morirono solo ebrei ma anche zingari, omosessuali. Sono talmente diffuse queste notizie ormai, oggi tutte le tv hanno fatto servizi su quanto accaduto. Prima di chiedere un minuto di raccoglimento, dico che anche quest’anno i ragazzi della terza media andranno ad Auschwitz. Abbiamo scelto di non farlo in questa data perché c’è un sovraffollamento nel campo e poi perché le temperature in questo periodo sono inusuali per noi. Quando sono stato io eravamo vicini ai -20 gradi. Abbiamo deciso di farlo a marzo, con le stesse identiche modalità. Saranno presenti anche due consiglieri comunali, decidete voi chi”.


FORMIA RIFIUTI ZERO, NON C’E’ L’AMMINISTRATORE RAPHAEL ROSSI. Erano state proprio le opposizioni a chiedere la presenza di Rossi in aula per avere tutte le informazioni circa l’andamento societario della municipalizzata. Ma Rossi non era presente e allora prima La Mura ha proposto di affrontare la discussione ugualmente e poi anche Di Rocco ha proposto la votazione del punto. Ma la maggioranza e il sindaco hanno deciso di non affrontare la discussione perché non sarebbe stato corretto farlo in assenza dell’amministratore unico, aggiungendo: “Per tre volte abbiamo avuto Rossi e per tre volte avete cooperato perché il Consiglio non si facesse. E’ una scorrettezza massima. E’ una polemica che non ci interessa. Siamo qui in maggioranza, non è un problema di numeri. Non ci avete concesso di insediare il Consiglio l’altra volta e avremmo avuto i numeri per discutere il punto e ora? Per quanto ci riguarda, il punto non si può discutere”.

STAZIONE UNICA APPALTANTE, MA SULLA COFELY I CONTI NON TORNANO. Si tratta di un provvedimento con il quale i tre Comuni limitrofi del Golfo, Minturno, Formia e Gaeta, costituiscono una stazione unica per gli appalti pubblici, come peraltro richiesto dalla legge. Un ente la cui sede sarà sul Comune di Formia. Ma fin da subito l’attenzione è stata spostata da questo argomento per finire sull’appalto Cofely. Perché? La risposta arriva dal consigliere Zangrillo che nel lanciare un campanello d’allarme fa anche una denuncia su una presunta irregolarità riguardo al maxi appalto Cofely al Comune di Formia. “Noi votiamo un ufficio superpartes – esordisce Zangrillo – per cercare di fare gare uniche. Mi pare di aver capito che all’interno dell’ufficio ogni comune ha dei rappresentanti. Gli argomenti da porre a gara, le modalità, il capitolato e gli indirizzi restano a carico dell’amministrazione proponente. Dovremmo quindi avere un nucleo di persone dislocato in questo ufficio e con le stesse unità dovremmo gestire ciò che gestiamo oggi. Mi pongo un problema: ma per i contratti che abbiamo fino ad adesso che, ad esempio, come per la Cofely, prevedono 2 milioni di euro e 500 mila euro gestiti extra budget, come ci si dovrà comportare? Lo chiedo alla Segretaria. Ha già cercato di organizzare il servizio prima di far approdare il punto in Consiglio?”. E la risposta della segretaria arriva: “La centrale unica di committenza è un obbligo di legge che tutte le amministrazioni sono tenute a compiere. Il termine ultimo non obbligatorio era il 31 dicembre 2015. Ci siamo subito attivati. La Provincia in un primo momento si era dichiarata disponibile ad essere un punto di riferimento per la centrale.Noi abbiamo il divieto di procedere in via autonoma ad appalti superiori ai 40 mila euro. Ti devi associare con altri Enti. Tra i comuni interpellati, quelli che per territorio e contesto sociali sono affini al territorio, sono i comuni di Minturno e Gaeta. Con Minturno ci siamo trovati concordi nello stilare la convenzione, fatta sulla falsariga di quella stilata dall’Anci per i Comuni. Tra le due alternative proposte dall’Anci, abbiamo ritenuto più opportuna la centrale unica di committenza, che procede all’iter procedurale dell’appalto. Il responsabile di Gaeta procede agli atti propedeutici, li trasmette al Comune di Formia, all’ufficio preposto, che procederà alla pubblicazione. Avremo personale di tutti e tre i comuni. Ogni comune individuerà il personale adibito a questo. Le modalità operative saranno poi disciplinate dalla giunta”.

Ma Zangrillo non è convinto, perché ribadisce esserci qualcosa che non va nell’assegnazione di appalti extra alla Cofely che – pur superando la soglia dei 40mila euro entro la quale si può agire con l’affidamento diretto, spacchettano servizi da importi maggiori per aggirare l’ostacolo. E infatti conclude: “Io voto questa deliberazione solo perché lo prevede la legge. Invito gli uffici e l’esecutivo ad interessarsi a questo problema perché c’è il rischio paralisi per il Comune”. Il punto viene approvato.

IL PARCHEGGIO MULTIPIANO DELLE POSTE, COSA SUCCEDE? L’affidamento della consulenza per capire il da farsi sull’intricata evoluzione della vicenda relativa alla proprietà dell’opera pubblica, oggi in mano alla curatela fallimentare, mentre è vivissimo il processo sul fallimento della Formia Servizi che del parcheggio era proprietaria, è stata affidata alla consulenza di un noto avvocato, Fimmanò, che dovrà indicare all’amministrazione la migliore soluzione. E la discussione la apre Di Rocco affermando: “Non riteniamo di dover fare altri salti nel buio. La Curatela non può mettere all’asta un bel niente. la sentenza dice che può disporne, non che ne è proprietario. Se lei sta pensando a un concordato fallimentare ci spieghi il motivo”.

A rispondere ci pensa il Sindaco, i due hanno già avuto un animato botta risposta di comunicati stampa negli ultimi giorni. Bartolomeo: “La questione è semplice. Noi abbiamo avuto una prima sentenza cui è seguita una sentenza del Tar, che ha dichiarato decaduto il diritto di superficie, che rendeva disponibile per il Comune la proprietà del parcheggio. Si è posta quindi la questione se il Comune doveva o meno fare il collaudo tecnico amministrativo che chi ha messo in funzione il parcheggio non aveva fatto. La vicenda del collaudo tecnico amministrativo ci ha fatto chiudere per qualche giorno il parcheggio. La sentenza del Consiglio di Stato ha ribaltato la posizione. Ha detto: non è proprietà del Comune di Formia. Per i 44 anni previsti è della Formia Servizi e quindi della Curatela che la rappresenta. La Curatela mi ha scritto chiedendomi di restituire il parcheggio, altrimenti sarebbe venuta con i Carabinieri. Ho detto al Curatore che l’opera è troppo importante per la città per tenerla chiusa. Prima era vandalizzato. Abbiamo dovuto spendere 70mila euro solo per rimetterlo a norma. Dopo tutti gli sforzi fatti, sarebbe stata una beffa. Ho chiesto al Curatore la condizione minima. Ci è stato risposto che non si poteva procedere al collaudo tecnico amministrativo perché non di nostra competenza. Noi eravamo alle battute finali. Abbiamo dovuto sospendere le procedure. La situazione è questa: dobbiamo uscire da questa vicenda. Dire che la Curatela non può mettere all’asta il bene è una corbelleria. Il Curatore ci ha detto che se non ci muoviamo il Giudice delegato lo mette all’asta. L’obiettivo della Curatela è garantire il massimo flusso possibile alla massa dei creditori. Potrebbe aggiudicarselo anche un privato. Abbiamo l’esigenza di un esperto di materia fallimentare. Abbiamo scelto Fimmanò, uno dei migliori sulla piazza. Ha seguito la procedura di Bagnoli a Napoli. Noi abbiamo affidato una due diligence, ci deve indicare la strada da seguire. Stiamo aspettando che ci dica la maggiore convenienza. Non abbiamo deciso per il concordato. La scelta ce la deve consigliare una persona esperta e la procedura è stata condivisa dal nostro Ufficio Legale”.