A chiederlo, alla luce dello scandalo che ha coinvolto e portato ieri alle dimissioni il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, è la portavoce dell’Assemblea Popolare del Golfo di Gaeta (attraverso cui il pet coke dal porto passa fino al deposito campano), Paola Villa.
Mentre infatti, i Consiglieri comunali di Sessa Aurunca, ignorata la possibilità di ricorrere al Tar contro quel decreto, hanno ancora tempo fino al 18 aprile per opporsi direttamente alla Presidenza della Repubblica, l’ultimo scandalo politico nazionale alimenta il dubbio, come già peraltro nell’immediatezza del decreto, che anche quella decisione del MISE possa essere stata in qualche modo viziata, così favorendo in qualche modo il privato.
L’INCHIESTA DELLA DDA DI POTENZA – “Attività organizzate per il traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti” l’accusa a vario titolo formulata dalla DDA di Potenza a carico degli indagati tra cui il compagno dell’ex Ministro che “sfruttando la relazione di convivenza che aveva con il ministro allo Sviluppo Economico, indebitamente si faceva promettere e quindi otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total, “vantaggi patrimoniali””. Una vicenda contorta che tocca i massimi vertici dello Stato e il mondo del petrolio, e quindi anche il pet coke che ne è uno scarto. Nelle ultime ore, inoltre, ha riportato Repubblica, al numero degli indagati si è aggiunto quello del capo di Stato maggiore della Marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi: nei suoi confronti l’inchiesta di Potenza ha ipotizzato il reato di traffico illecito di rifiuti.