Fondi, la Coldiretti Lazio: “Il mercato ortofrutticolo non funziona e non valorizza il territorio”

“Su 77 mercati ortofrutticoli che abbiamo in Italia ne funzionasse uno. Facciamo come in Spagna, dove ce ne sono appena 5 ma così ben organizzati che addirittura indirizzano le produzioni agricole sulla base delle mutevoli richieste di mercato. Un buon mercato, oltre alla logistica, deve valorizzare le produzioni locali”.

A Fondi David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio, non poteva che parlare di ortofrutta e delle problematiche del settore. Lo ha fatto durante un incontro con i produttori della piana organizzato dal segretario di zona, Lino Conti. Dalla capitale della produzione ortofrutticola regionale, è partita la sfida della nuova agricoltura.


“Non possiamo più soltanto produrre, dobbiamo imparare a vendere direttamente i nostri prodotti. È inammissibile – ha aggiunto Granieri – che la prima provincia del Lazio per Pil agricolo debba subire le manipolazioni di mercato degli investitori internazionali che speculano sulle dinamiche di formazione dei prezzi, affamando chi produce qualità, svalutando il nostro lavoro, abbattendo il reddito delle nostre aziende e importando tonnellate di prodotto estero. Hanno provato ad imbastardire i nostri palati e quelli dei nostri bambini, ma non ci riusciranno perché continueremo ad oltranza la battaglia a tutela del Made in Italy. Abbiamo un alleato prezioso, i consumatori, che chiedono di poter fare una spesa informata, vogliono sapere se ciò che comprano sia italiano o importato per poter scegliere in piena consapevolezza cosa dar da mangiare ai propri bambini.

Dobbiamo vedere riconosciuta la distintività dei nostri prodotti già a partire dalle mense scolastiche, dove è ora di finirla con gli appalti al massimo ribasso che non garantiscono la qualità e dove invece – ha concluso Granieri – devono trovare spazio i prodotti a chilometro zero, quelli cioè che arrivano da Fondi e dalle campagne laziali”.

Il presidente Carlo Crocetti e il direttore regionale Aldo Mattia hanno affrontato la problematica del bracciantato. “Mi piace ricordare – ha detto Mattia ai 300 imprenditori intervenuti in assemblea – che noi facciamo parte di quella Italia che produce e dà lavoro. Investiamo capitali, ci svegliamo alle quattro del mattino per dirigere imprese che danno ricchezza, benessere e prospettive a migliaia di lavoratori. Anzi, potremmo assumere altro personale se solo i prodotti della terra fossero remunerati adeguatamente e non pagati quei pochi centesimi a cassetta che – ha concluso Mattia – calpestano la dignità degli imprenditori agricoli”.