Aggredita dalla collega, ora è omicidio: l’impiegata delle Poste è morta

I carabinieri all'interno del multipiano dove è avvenuta l'aggressione

AGGIORNAMENTO – Nonostante manchino all’appello le ultime, avvilenti formalità, l’agognato miracolo non c’è stato. Anna Lucia Coviello non ce l’ha fatta. La 62enne impiegata dell’ufficio postale di Sperlonga da martedì scorso in condizioni disperate dopo un’aggressione che ha portato all’arresto di una collega, la 45enne formiana Arianna Magistri, è ufficialmente spirata a una settimana esatta dal ricovero. Ed adesso il reato contestato si appresta a diventare ancora più pesante, pesantissimo: l’iniziale accusa di tentato omicidio rivolta alla Magistri è pronta a trasformarsi in quella di omicidio, da capire se inquadrato come preterintenzionale o volontario.

Carabinieri nei pressi del Comune di Sperlonga, dove ha avuto inizio il litigio tra le due donne
Carabinieri nei pressi del Comune di Sperlonga, dove ha avuto inizio il litigio tra le due donne

La vittima dell’aggressione, originaria di Castelforte ma da tempo residente a Terracina, sposata e con un figlio magistrato a Catanzaro, si trovava da giorni nel reparto di Rianimazione del “Santa Maria Goretti” di Latina. Ospedale dove, a poche ore dall’incredibile fatto di sangue che l’ha vista suo malgrado protagonista all’interno del parcheggio multipiano del borgo dove lavorava, era stata sottoposta a una delicata operazione chirurgica per la riduzione dei danni causati da alcune fratture al capo.


Vigile nei primissimi momenti del fatto, poi rapidamente caduta in uno stato di coma profondo da cui non si è più svegliata, la Coviello. Attaccata alle macchine, è rimasta in qualche modo aggrappata alla vita fino a oggi, martedì. Nella prima mattinata, erano circa le 10, dal nosocomio del capoluogo hanno iniziato la procedura per la dichiarazione della morte cerebrale. Come da giorni, elettroencefalogramma piatto. Intorno alle 16, terminato il periodo di osservazione di almeno sei ore previsto per legge, la formalizzazione, appunto, della diagnosi di morte cerebrale, effettuata da una commissione composta da un medico legale, un esperto in neurologia e da uno specialista in anestesia e rianimazione.

Con il cuore della 62enne impiegata di Poste Italiane rimasto però a battere grazie ai macchinari della terapia intensiva: nonostante fossero distrutti, i familiari hanno avuto l’altruismo e la forza d’animo di esprimere il consenso all’espianto e alla successiva donazione degli organi. Anna Lucia Coviello continuerà a vivere in qualcun altro, il suo assurdo dramma contribuirà ad aiutare concretamente il prossimo. Probabilmente salverà qualcuno. Ancora da capire, liste d’attesa alla mano, quali organi e tessuti verranno effettivamente donati.

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