BATTERIOSI DEL KIWI: DE ANGELIS INTERROGA L’EUROPA, IL PIEMONTE ELIMINA LE PIANTE INFETTE

L’eurodeputato Francesco De Angelis, assieme al presidente delle Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ed ex ministro Paolo De Castro e al presidente della delegazione del Partito Democratico hanno presentato oggi un’interrogazione urgente sul “Presente e futuro della coltivazione e commercializzazione europea del kiwi alla luce della diffusione dell’agente patogeno Pseudonomas Siringae pv. Actinidiae”. Si legge: “L’Europa può e deve mettere in piedi una task force di coordinamento tra gli stati membri per monitorare la diffusione del batterio, che si sta rapidamente diffondendo anche in Spagna e Portogallo. L’agente patogeno sta mettendo letteralmente in ginocchio gran parte della produzione europea del kiwi che, ricordiamolo, è la prima al mondo davanti a Cina e Nuova Zelanda”. Nell’interrogazione si chiede alla Commissione europea di assumere provvedimenti urgenti al fine di indennizzare i produttori e vivaisti per il danno subito e di istituire progetti di ricerca mirati per individuare strumenti concreti finalizzati alla riduzione dei rischi di virulenza del patogeno. E la batteriosi dell’actinidia non sta risparmiato nemmeno il Piemonte. “Il Psa è arrivato in Piemonte con materiale vivaistico infetto proveniente da Latina – specificano dal Creso, Consorzio di ricerca, sperimentazione e divulgazione per l’ortofrutticoltura piemontese -. Ha sorpreso la rapidità di diffusione non solo da una pianta all’altra – sottolinea il Creso – ma da un actinidieto all’altro. Gli abbondanti essudati delle piante sono trasportati anche dal vento a centinaia di metri di distanza e sono così saltate molte barriere e misure precauzionali adottate nei mesi scorsi”. Molte le linee su cui si sta lavorando, dalle sostanze che prevengono la penetrazione del batterio, agli induttori di resistenza, ai batteri “buoni” antagonisti del Psa. Il programma di ricerca 2011, che vede impegnati il Servizio Fitosanitario, Agroinnova e il Creso, è finanziato da un contributo della Fondazione CRT e dalla Regione Piemonte. La Regione Piemonte si è mossa adottando provvedimenti per il contenimento della malattia, una serie di misure obbligatorie che riguardano l’estirpo delle piante infette e il divieto di nuovi impianti. L’actinidia in Piemonte significa 5.500 ettari (la seconda regione italiana) e una produzione di 84.000 tonnellate che genera un fatturato di oltre 100 milioni di euro. Le organizzazioni professionali e gli operatori commerciali hanno concordato la linea da adottare: eliminare tutte le piante infette per impedire la trasmissione della malattia su quelle sane.

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