Federazione di Latina di Rifondazione: “Solidarietà a Marco Omizzolo”

Ancora una volta Marco Omizzolo e il suo lavoro a favore dei migranti che lavorano – in condizioni spesso disumane – nelle campagne pontine è sotto attacco. Questa volta fortunatamente a rimetterci è solo la sua macchina, a cui qualcuno ha squarciato le gomme. Ancora una volta vogliamo esprimere la nostra solidarietà, perché Marco Omizzolo è l’unico che ci mette la faccia, nonostante i rischi che sa di correre e lo fa perché ha a cuore il destino dei lavoratori migranti, cosa che invece pare interessi poco alle istituzioni, che infatti fanno poco o nulla per affrontare le questioni che denuncia Marco Omizzolo”.

A renderlo noto è, attraverso una nota stampa, il partito della Rifondazione Comunista, federazione di Latina.


omizzolo
Marco Omizzolo

“Evidentemente lo sfruttamento e la violazione dei diritti umani che avvengono nelle campagne pontine è un argomento che rischia di far perdere voti, d’altronde anche gli sfruttatori votano e quindi è meglio non affrontare tale questione. Eppure ci sarebbe molto da fare, ad esempio aumentando il numero di ispettori del lavoro e soprattutto il numero di ispezioni, senza le quali i padroni si sentiranno in diritto di continuare a sfruttare i migranti come meglio credono. La nostra solidarietà non vuole essere un gesto all’insegna della carità pelosa o un tentativo di farci pubblicità, ma l’occasione per sottolineare quanto apprezziamo il faticoso lavoro di denuncia che porta avanti Marco Omizzolo e la sua associazione InMigrazione. D’altronde noi crediamo da sempre che è necessario spezzare le catene che rendono schiavi gli ultimi, battaglia nella quale è fondamentale capire che non vanno messi contro lavoratori stranieri e lavoratori italiani, ma lavoratori contro i padroni, che ad oggi sono i veri vincitori della secolare battaglia tra capitale e lavoro.

Lo diciamo ai tanti che gettano benzina sul fuoco dell’odio razziale, accusando i migranti di togliere il lavoro agli italiani. E’ ora di finirla di mettere i lavoratori uno contro l’altro e di indirizzare la nostra rabbia contro chi con lo sfruttamento si riempe le tasche”.