L’edilizia a Latina può ripartire dalle opere incompiute

Il caso più emblematico è forse quello della Metro leggera, il progetto lanciato in pompa magna e finito nelle aule di Tribunale; ma ci sono anche le Terme di Fogliano, il cimitero e vari interventi di rifacimento stradale e arredo urbano nell’elenco delle opere incompiute di Latina, che sono state un’altra mazzata al già disastrato settore delle costruzioni nella nostra provincia.

I numeri della crisi. Negli ultimi anni, complice la congiuntura economica negativa, il comparto dell’edilizia ha pagato un prezzo altissimo, con una riduzione sensibile di commesse e prezzi che hanno portato molte aziende alla crisi, se non al fallimento. Soltanto tra il 2009 e il 2014, come si evince dai dati della Filca Cisl del Lazio, nel territorio di Latina e provincia ci sono stati 405 casi di aziende edili che hanno cessato l’attività, con 3.295 operai in meno e quasi 3 milioni di ore di lavoro in meno rispetto al quinquennio precedente.


La battaglia per la strada. Soltanto qualche giorno fa, poi, alla fine di giugno, la stessa organizzazione sindacale (nelle due rappresentanze territoriali Filca Lazio e Filca Lazio Sud) hanno dato vita a una manifestazione per chiedere l’apertura dei cantieri della strada Pontina, una delle opere che potrebbero dare una scossa positiva al settore.

Riaprire il cantiere della Procura? Tra le possibili “incompiute” che potrebbero tornare a essere oggetto di finanziamento c’è anche la “nuova” sede di via Le Corbusier che dovrebbe ospitare la Procura, bloccato ormai da anni e l’anno scorso finita al centro delle cronache anche per il tremendo incendio che ha colpito la nostra città (come raccontato in questi approfondimenti). A far ben sperare è l’apertura da parte dell’Inail, che ha mostrato un (seppur flebile) interesse a investire in immobili per completare appunto opere sospese, e poi restituirle all’utilizzatore finale pagando un 3% annuo del costo complessivo dell’intervento edilizio necessario.

Effetti positivi. Una soluzione che consentirebbe al Comune di anticipare una quota inferiore di risorse rispetto a quanto inizialmente stimato, ma anche di spendere meno risorse di quanto sia necessario attualmente per l’affitto della palazzina che ospita la Procura. Senza trascurare l’impatto sociale e urbanistico dell’intervento, che consentirebbe di rivitalizzare un’area attualmente degradata anche per la presenza dello stesso cantiere abbandonato.

Rilanciare le imprese. Di questa situazione, poi, potrebbero beneficiare anche le imprese locali, chiamate di nuovo a intervenire concretamente al lavoro per completare l’opera incompiuta, magari seguita dalle altre del lungo (e triste) elenco che abbiamo sinteticamente redatto in precedenza. Un supporto per le aziende arriva anche dal Web, dove uno dei principali portali italiani sta ampliando la sua offerta e la sua distribuzione anche all’area pontina, con prodotti anche specifici, come le rampe di carico vendute su Giffi Market che si rivelano indispensabili nei cantieri.

Un grande peso economico. Per capire la portata economica del fenomeno, citiamo l’emblematico “caso Roma”, dove l’immobilismo pesa sull’economia della Capitale per un miliardo di euro a causa di opere non completate come Vele di Calatrava, Metro C, vecchia Fiera o Mercati Generali, sia per il costo in sé che per i mancati introiti dell’indotto potenziale.

Il piano triennale a Latina. Tornando invece alle “speranze” positive, ricordiamo che soltanto qualche mese fa il Comune di Latina ha pubblicato il programma triennale di lavori che sono in cantiere (si perdoni il gioco di parole) negli anni 2017, 2018 e 2019, con interventi finanziati attraverso mutui o fondi pubblici, compresi quelli provenienti dal bando per la riqualificazione delle periferie in cui Latina è arrivata in quattordicesima posizione (sui 120 Comuni che hanno partecipato).