Fondi, Fratelli d’Italia-An chiede accertamenti amministrativi sulla moschea

“In seguito alle continue minacce di una parte più estrema dell’Islam verso il territorio occidentale e soprattutto dopo spiacevoli disagi e proteste sul nostro territorio dovuti a richiedenti asilo in periodi poco precedenti, noi di Fratelli d’Italia-An e Gioventù Nazionale invitiamo il sindaco ad occuparsi di una questione multietnica delicata che potrebbe sfociare in una grave condizione di tensione tra i cittadini e i così definiti rifugiati“. Lo scrivono dal coordinamento di Fondi, con l’intenzione di puntare i riflettori sulla frequentatissima moschea di via Alessando Volta, un magazzino. 

Il Comune di Fondi

“Il nostro è un appello all’amministrazione fondana che fino ad ora non ci sembra aver agito ai fini della sicurezza del cittadino ma abbia trascurato una situazione già troppo banalizzata a livello nazionale. Questo segnale deriva infatti dalle lamentele della popolazione dalle quali parte la nostra richiesta a chi di dovere di predisporre seri controlli a partire dal fulcro di quelli che potrebbero essere, a Fondi come in tutte le città, luoghi di aggregazione che potrebbero causare disagi come le moschee, analizzando i seguenti punti:


L’edilizia di culto è disciplinata da normativa Nazionale DPR 380/01 e s.m.i. e dalla Legge Regionale n. 27/90 . Quest’ultima disciplina i rapporti intercorrenti tra insediamenti residenziali e servizi religiosi.

Art. 3 LR 27/90, comma 2 – Le localizzazioni delle aree riservate alle attrezzature di tipo religioso sono effettuate acquisiti i pareri dell’Ordinario diocesano o rappresentante di altra confessione religiosa dei rispettivi territori riconosciuta a norma di legge ove ricorrono i seguenti requisiti: Dotazione di aree per abitante nell’ambito di quelle previste per attrezzature di interesse comune da destinare alla fattispecie

Art. 4, comma 2 – La previsione di nuovi servizi religiosi devono necessariamente avere una superficie minima di 2000 mq per ogni insediamento.

Per quanto premesso, la creazione di un habitat destinato al culto in Zona o Ambito non previsto per questo tipo di espansione dal Prg (Piano Regolatore Generale), produce nel breve e lungo periodo una serie di problematiche che richiedono una attenta valutazione e un attento controllo primario dell’amministrazione comunale sulla compatibilità delle nuove destinazioni (Centro culturale/moschea).

Quanto alle condizioni di facile accertamento, ricordiamo al sindaco, nonché ex assessore all’Urbanistica, il rispetto delle previsioni urbanistiche comunali, nonché l’accertamento dell’agibilità del presunto terraneo riconvertito a luogo di culto anche se lo stesso sia stato oggetto di cambio di destinazione d’uso senza opere e accertare la conformità dello stesso alla normativa igienico-sanitaria. Se il predetto immobile è sprovvisto di quanto indicato, applicare i disposti dell’art. 27 delle Nta del Prg che opportunamente si richiama: ‘in caso di abusivo mutamento della destinazione d’uso, il Comune procederà alla revoca delle licenze e/o concessioni di esercizio e di agibilità del locale’.

Pertanto la presenza del predetto luogo di culto ai fini normativi, può essere giustificato solo e soltanto se il mutamento della destinazione d’uso è compatibile con la caratterizzazione urbanistica dell’Area e se l’Ambito e/o la Zona è dotata di standard di cui all’art 3, lett. b, del DM 1444/68. Speriamo vivamente che l’amministrazione tenga conto della richiesta rivoltale al fine del bene della comunità tutta”.