Malati psichiatrici, il dramma di una delle troppe famiglie lasciate sole

Sole e troppo spesso abbandonate. Alle prese con mille problemi, desiderose di aiutare i loro cari e allo stesso tempo esposte ad enormi pericoli quando la malattia di quest’ultimi li rende violenti. Sono le famiglie dei malati psichiatrici. L’ultimo esempio giunge da Latina, dove la moglie e i figli di un uomo di 65 anni da giorni sono catapultati in un’odissea.

Il 65enne, da tempo in cura per una serie di disturbi profondi, come spesso accade ha smesso di prendere i farmaci, ha assunto alcol ed ha iniziato a stare molto male. “Lo abbiamo ricoverato due volte – ci racconta la moglie – e per due volte è stato dimesso nell’arco di 24 ore”.


Lunedì scorso il 65enne è diventato aggressivo e i familiari, esposti ormai a seri rischi, sono stati costretti a lasciare la loro casa di Borgo Sabotino. Martedì l’uomo ha iniziato a dire alla moglie che doveva liberare l’appartamento dai diversi mobili e ha messo fuori dall’uscio un salotto e un pianoforte. Chiesto l’intervento del 118, al 65enne non è stato applicato il trattamento sanitario obbligatorio, unico strumento per ricoverarlo contro la sua volontà. “Ci è stato detto che erano solo problemi familiari”, precisa sempre la moglie. Al mattino dopo l’uomo ha appiccato le fiamme a pianoforte e salotto, rischiando di bruciare l’intera abitazione.

A quel punto i familiari hanno chiesto anche l’intervento dei carabinieri. Ma le forze dell’ordine hanno difficoltà a procedere in simili contesti. Non è la denuncia il mezzo per fermare o aiutare un malato psichiatrico. Alla fine, dopo un esposto al centro di igiene mentale, per chiedere appunto l’assistenza sanitaria obbligatoria, un nuovo sopralluogo dei militari dell’Arma e un nuovo intervento del 118, è stato disposto il Tso. E il 65enne è stato condotto all’ospedale “Goretti”.

“Quando sono arrivata lì – riferisce la moglie – mio marito era solo fuori dal pronto soccorso. Poi ho scoperto che lo psichiatra lo aspettava da mezz’ora ma nessuno lo aveva portato a fare la visita”. Alla fine il ricovero a Cassino.

Tra quindici giorni, finito il Tso, la famiglia del 65enne sarà di nuovo alle prese con gli stessi problemi. Un dramma per tanti. Sicuramente troppi.