Sfrattata da casa, si toglie la vita: dramma della disperazione nel Sud pontino

Dramma della disperazione, a Sperlonga: una donna si è tolta la vita a pochi giorni dallo sfratto giudiziario. Sfratto effettuato circa una settimana fa al culmine di un’annosa disputa familiare di natura ereditaria, ma su cui pendeva comunque un’impugnazione, per la quale nell’udienza dello scorso 15 gennaio il Tribunale di Terracina si era riservato.

La donna, una 54enne d’origine albanese ma da tempo cittadina italiana, estremamente scossa dall’allontanamento obbligato da casa, non è riuscita ad avere la forza di continuare ad attendere. Si è sentita persa. Decidendo di mettere in atto l’estremo gesto proprio a una manciata di metri dalla casa di una vita.


L’ha trovata il marito nel primo pomeriggio di sabato, impiccata a una trave all’interno di una baracca a servizio di un fondo agricolo di periferia, situato proprio nei pressi dell’appartamento fino a qualche giorno fa condiviso con la famiglia. Dal momento dello sfratto il coniuge aveva deciso di appoggiarsi lì, con la 54enne che per dormire si era invece trasferita da alcuni parenti a Fondi. Mentre l’uomo era al lavoro nei campi, il suicidio. Una storia che è un pugno nello stomaco, e che ha sconvolto l’esistenza di una tranquilla, modesta famiglia di laboriosi agricoltori.

Sul luogo della tragedia i carabinieri della Stazione locale coordinati dal comandante Salvatore Capasso, i sanitari del 118 e le onoranze funebri Sant’Anna. Il pubblico ministero di turno, Giuseppe Miliano, ha subito disposto la restituzione della salma alla famiglia, per permettere le esequie.