“Ecco lo stupratore”. Ma non è vero: gogna social per un disagiato psichico

Allarme stupri riverberato nel mare del web, a Fondi. Con tanto di foto del preteso autore, uno straniero, sbandierate a destra e a manca insieme a un passaggio inequivocabile: «Finalmente lo stupratore ha un volto!». Immaginabili, le conseguenze del caso: indignazione a fiumi, comprensibile paura, gente a promettere giustizia fai da te. Eppure, problematico che possa essere il soggetto in questione, affetto da disagi mentali, si tratta di un innocente. C’è un altro maniaco a piede libero? No. Semplicemente, si è nel campo delle fake news. Di aggressioni carnali non ce ne sono state, come pure di molestie sessuali. Anche solo tentate. Lo dicono dalla polizia, lo ribadiscono dai carabinieri.

Nessuna denuncia o querela di parte, nessun intervento. Neppure una segnalazione al centro anti-violenza gestito dall’associazione Nadyr. L’ultima aggressione certificata dalle forze dell’ordine risale allo scorso 28 febbraio, quando un giovane italiano tentò di abusare di una bambina, finendo quasi subito in manette. Da lì in avanti, fortunatamente, niente. Una caccia alle streghe, insomma. A differenza di quanto affermato con veemenza negli ultimi giorni da alcune pagine social attive in zona: loro a lanciare l’allarme, centinaia di persone nel panico. E a puntare il dito contro il fantomatico stupratore, in realtà un malato mentale colpevole fino a prova contraria “solo” di ripetute intemperanze e comportamenti pubblici sopra le righe dovuti alla sua patologia.


Un soggetto in una situazione di forte disagio abbandonato a se stesso – ed è di questo, semmai, che si dovrebbe discutere – additato come un pericoloso criminale e messo in tutta tranquillità alla pubblica gogna allestita dai tribunali del clic. Seguendo le stesse dinamiche che qualche mese fa portarono due studenti delle superiori incensurati residenti a Minturno a ritrovarsi, “grazie” ai social, inconsapevoli banditi dediti ai furti in appartamento: volti dati in pasto alla piazza virtuale insieme ad accuse campate in aria, una sequela di condivisioni e allarmismo. Fino alle minacce. Temendo ritorsioni, arrivarono al punto di avere paura a uscire di casa. Un altro caso emblematico degli effetti collaterali di internet.

A PAGINA 2 – STUPRI, ALLARMISMO E CAMERE A GAS

A PAGINA 3 – DUE EPISODI, NESSUN REATO CONTESTATO

A PAGINA 4 – INNOCENTE. MA UNA MINA VAGANTE

A PAGINA 5 – DAL SOGNO ALLA FOLLIA. L’IMAM: “DEVE ESSERE CURATO”