La storia di Enrico: dall’alta finanza a New York, al calcio in Svizzera. Fino a Coverciano

di Sergio Monforte

Da Monte San Biagio a New York e ritorno, per approdare, infine, in Svizzera, attraverso un percorso di vita che ha dell’incredibile. Simile, per certi versi, a quello di tanti nostri emigranti che, dal paesello natio sono sbarcati nel nuovo mondo, per vivere il sogno americano e che, almeno in questo caso, si è avverato ed è stato ricco di soddisfazioni.


E’ la storia eccezionale di Enrico Di Manno, 54 anni, monticellano di nascita, che abbiamo incontrato nel paese d’origine (dove tuttora risiedono la madre, i fratelli e la famiglia della moglie), reduce da Coverciano, dove ha tenuto un corso di formazione “Filrougeswiss” agli allenatori delle nazionali italiane giovanili di calcio. All’età di cinque anni, Enrico Di Manno si trasferisce con la famiglia a New York, dove completa gli studi fino all’Università e ad un Master in economia nel College di Staten Island, grazie ad una borsa di studio conquistata per “meriti calcistici”. Sì, perché accanto allo studio, il giovane Enrico ha sempre coltivato la passione per il calcio, iniziando con la squadra locale del “Silver Lake Soccer Club”, fino a militare in diverse selezioni nazionali degli Stati di New York e del New Jersey e partecipando a tornei internazionali ed amichevoli, anche contro i famosi “Cosmos” di Giorgio Chinaglia e Franz Beckenbauer. Questo, senza mai dimenticare la vera professione di broker finanziario, svolta a Manhattan, nel World Trade Center (le ex Torri gemelle), per conto di una grossa società di intermediazione bancaria.

Nel 1989, la società gli propone di lavorare, sempre come broker finanziario presso la sede di Roma e così, Enrico Di Manno si trasferisce, di nuovo, con la famiglia a Monte San Biagio e per nove anni, fa il pendolare tra il piccolo, ma accogliente centro sud pontino e la Capitale, senza però abbandonare mai la passione per il calcio. La svolta nel 1998, quando l’Istituto finanziario per cui lavorava gli propone di andare a dirigere uno staff di brokers, prima a Milano e poi, direttamente in Svizzera, a Chiasso, per cui, Di Manno decide di trasferirsi con la famiglia a Como. Ed è qui, che inizia la sua formazione come allenatore di calcio, creando le premesse per una svolta della sua vita. Dalla “gavetta” con la squadra esordienti provinciali del Cittadella di Como, dove matura il primo diploma Uefa B, prosegue con una squadra Under 16 del raggruppamento di Chiasso, grazie anche agli amici Poldo Turcato, Mauro Giussani ed Otto Stefani, fino al diploma Uefa B plus che gli ha permesso di allenare squadre d’èlite ed in particolare, la Under 14 del Team Ticino, che militava nel campionato nazionale Svizzero. A questo punto, Di Manno compie una scelta radicale: lascia il mondo della finanza e decide di diventare “formatore professionista” di calcio.

Oggi è allenatore della Under 15 Team Ticino che milita nel campionato nazionale elvetico ed è preparatore responsabile degli attaccanti, nelle categorie dagli U/14 agli U/18, per la ASF (Associazione Svizzera di Football). Ma soprattutto, si è affermato per praticare, nel suo lavoro, il metodo “Filrougeswiss”, elaborato e sviluppato dal suo amico Mauro Giussani.

Una filosofia, quella del Filrougeswiss, prima ancora che un sistema, in cui i protagonisti principali non sono gli allenatori, ma i giocatori e che prevede una linea guida ben notificabile, con un filo logico e progressivo, tra diversi accenti e concetti metodologici. Un metodo che ha suscitato forte interesse in diverse Federazioni calcistiche europee e così, dopo l’Ungheria e San Marino, è stata la volta dell’Italia, con il responsabile delle nazionali giovanili della FIGC, Maurizio Viscidi, che ha invitato Enrico Di Manno a Coverciano, per illustrarne i concetti agli allenatori delle giovanili azzurre, dall’Under 15 all’Under 21. E così, ecco lo sportivo monticellano accanto a Luigi Di Biagio, Massimo Mutarelli ed Antonio Chimenti (U/21); Paolo Nicolato, Mirco Gasparetto, Matteo Mareggini e Vincenzo Pincolini (U/20); Federico Guidi, Bernardo Corradi e Graziano Vinti (U/19); Daniele Franceschini, Elvis Abbruscato e Davide Quironi (U/18); Carmine Nunziato ed Emanuele Filippini (U/17); Daniele Zoratto e Marco Montini (U/16); Patrizia Panico e Mauro Sandreani (U/15).

«Io – afferma, in conclusione, Enrico Di Manno – non mi definisco un allenatore, ma un formatore, perché credo fortemente che la cosa più importante sia formare l’individuo e farlo progredire il più possibile. Gli allenatori, di solito, pensano solo a vincere le partite per il successo personale; io preferisco formare i ragazzi e dar loro la possibilità di diventare prima uomini e poi giocatori».