L’omosessualità nella Storia: a lezione da Formia ConTe. “La tolleranza rende liberi”

A margine dell’ultimo episodio di omofobia ai danni di Michele e Pasquale, e nel giorno in cui è andata in scena una manifestazione di sensibilizzazione a tema Lgbt, Formia ConTe interviene sull’omosessualità. Per un invito alla tolleranza in cui Roberta D’Angelis, responsabile del Dipartimento Scuola del partito di Gianfranco Conte, coglie l’occasione per addentrarsi in una sorta di lezione di storia. Non mancando di sciorinare una lista di personaggi del passato gay o bisessuali. 

“Negli ambienti omofobi o comunque culturalmente arretrati, si sostiene spesso che la nostra sia una società decadente”, scrive in una nota la rappresentante di Formia ConTe. “Il motivo? La presenza di un discreto numeri di omosessuali, che non si nascondono ma anzi manifestano apertamente le loro scelte, chiedendo anche il riconoscimento di alcuni diritti. Basterebbe, in realtà, una conoscenza anche molto superficiale della storia e della cultura occidentali per rendersi conto che l’omosessualità non è affatto una novità. Né che essa, in passato, sia stata legata a momenti di decadenza. Anzi, troviamo omosessuali nell’antica Grecia, nel momento di massimo splendore delle polis e della filosofia. Ne troviamo poi a Roma, quando la città italiana cominciava a dominare il mondo. Infine, ne emergono molti durante il Rinascimento quando le arti trionfarono. L’omosessualità, quindi, non coincide affatto con la decadenza di una cultura o di un popolo, ma casomai il contrario. Vediamo alcuni grandi uomini del passato, abbiamo solo l’imbarazzo della scelta: Alessandro Magno, Giulio Cesare, Ottaviano Augusto, Edoardo II d’Inghilterra, Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, tutti omosessuali. Bisogna dire, cari amici di Penitro Pasquale e Michele che siete in ottima compagnia e che suscitate, quasi, un pizzico d’invidia. Apprezziamo, ovviamente, l’iniziativa odierna volta a stigmatizzare e condannare la violenza che quotidianamente vi colpisce. Violenza e pregiudizio che scaturiscono dall’ignoranza che, purtroppo, regnano ancora sovrane. Richiamare i grandi personaggi del passato che hanno contribuito al progresso e all’evoluzione umana, concreta l’importanza e la necessità che la scuola in primis e la politica, intesa nel senso nobile del termine, si facciano carico tramite iniziative culturali, incontri, sportelli di ascolto e denuncia e quant’altro, di insegnare e diffondere (nel senso di inculcare) la parola ‘tolleranza’. La capacità e la disposizione a tollerare ci rende tutti più liberi”.