Covid-19, i numeri e i rischi di contrarre il virus, il commento di Ermete Labbadia

Da oggi, Ermete Labbadia, laureato da anni in economia e commercio ma appassionato e con una tesi in statistica, ci accompagna nella lettura dei dati del contagio dell’emergenza Covid-19. Perché leggere i numeri, senza averne conoscenza, può dare delle impressioni sbagliate. Ed è importante saper leggere tutti i dati di questa emergenza, da quelli nazionali a quelli locali.

Ermete Labbadia

“In piena pandemia – scrive Ermete Labbadia – in una cittadina di 10.000 abitanti e con 10 positivi attivi accertati un “giovane invincibile” ha la brillante idea di allestire un tavolo per giocare a tressette con gli amici.


E siccome la fortuna aiuta gli audaci alla prima mano (primo giro di distribuzione di carte) al nostro giovane invincibile gli appare come prima carta un bel “Tre”. Ma è talmente bravo che anche alla seconda mano la prima carta che gli appare è un Tre. Difficile ma non impossibile. La probabilità infatti che per due volte  scopra un Tre in due giri diversi è di un centesimo (1/100).

Ma se i positivi accertati nella cittadina sono 10 molto probabilmente i casi reali, compresi i non accertati e gli asintomatici, sono 100. Quindi la probabilità che il giovane invincibile abbia di fronte seduto a sé una persona positiva è di 100/10.000, ovvero un centesimo (1/100): la stessa che ha di prendere per due volte consecutive un “Tre”.

La cosa però si complica, visto che per fare un bel tressette l’ideale non è giocare in due ma in quattro. E qui le probabilità di contrarre il virus aumentano ancora di più. Vale la pena giocare??

30.000? No. Di più! Ieri nella conferenza stampa nazionale della Protezione Civile si è affermato che se non ci fossero state misure di contenimento i deceduti sarebbero stati secondo studi accurati di fonti autorevoli più di 30.000.

In realtà per capire che sia un’affermazione sbagliata non occorrono scienziati, studi accurati e fonti autorevoli ma è sufficiente la calcolatrice del vostro cellulare.

i numeri del 4 aprile

Se in un momento in cui sicuramente le misure più restrittive ancora non avevano cominciato il loro effetto, cioè  l’8  marzo, l’incremento percentuale a 5 giorni dei deceduti era 363,29; basta calcolare il numero dei deceduti totali di quel giorno (366) x 4,6329 e otteniamo i deceduti che ci sarebbero stati se la percentuale fosse rimasta invariata il quinto giorno successivo cioè il 13 marzo: 1695,64.

Moltiplichiamo ancora una volta per 4,6329 e troviamo quelli del 18 marzo (7855,73). Così via otterremmo 36394,84 (23 marzo), 168613,67 (28 marzo) e 781.170 (il 2 aprile).

Vero che il virus avrebbe trovato semafori rossi di persone già probabilmente immunizzate  ma avrebbe agito indisturbato a mietere vittime perché in una situazione del genere nessun ospedale sarebbe stato attivo.

Se non vi piacciono gli incrementi percentuali a 5 giorni facciamo lo stesso ragionamento con gli incrementi percentuali giornalieri.

Prendiamo quello del 10 marzo, che non è nemmeno quello più alto registrato. Quindi i decessi totali in quel giorno (631) li moltiplichiamo  x 1,3629 e così via e arriviamo al 2 aprile al numero di 781.090 (non dissimile da quello precedente).

Facendolo con altre date troverete numeri minori o maggiori ma sicuramente lontani da quei poco più di 30.000 annunciati in Conferenza Stampa, che quindi si riferivano o ad uno studio sbagliato oppure semplicemente ad uno studio fatto intorno al 20 marzo

Noi stessi avevamo scritto nel nostro punto del 21 marzo una cifra di poco superiore ai 30.000 fino a quel punto.     

DECESSI E TERAPIE INTENSIVE Se questo appena affermato (sui decessi evitati) è un dato di fatto veniamo ora a quella che invece è una nostra opinione diversa rispetto a quella ufficiale sull’evoluzione del contagio. C’è chi parla di picco ancora da raggiungere, di plateau.. noi invece vi stiamo raccontando di una discesa già avviata e speriamo (per tutti) di avere ragione.

Proprio nel punto di ieri vi abbiamo detto che i dati a cui bisogna far più riferimento per comprendere l’evoluzione del contagio in questo momento sono i decessi e i ricorsi alle terapie intensive: se almeno uno migliora e l’altro rimane stabile allora il dato è già confortante: ieri sono migliorati addirittura entrambi.

La serie dei decessi giornalieri ci racconta meglio di altre  la situazione dei positivi nei giorni precedenti (se 4,7 o 10 giorni precedenti si può disquisire).

Auspichiamo tutti che il numero dei decessi si azzererà o sarà di poche unità nella terza decade di aprile, come da noi previsto. Nel frattempo possiamo vedere nel grafico di sinistra la serie dei decessi giornalieri  e ci sembra in deciso miglioramento, soprattutto se consideriamo che in alcune zone lombarde tra il 15 e il 20 marzo sicuramente quel dato è talmente sottostimato che probabilmente nel dato reale purtroppo quelle colonne uscirebbero fuori dagli schermi dei nostri dispositivi.

Anche la situazione degli afflussi nelle terapie intensive è in miglioramento.

Per comprendere il grafico di destra e il significato del valore TIx 30 da noi adottato vi rimandiamo al punto statistico dopo i dati del 2 aprile pubblicato sul sito: http://www.inventaunfilm.it/coronavirus-aggiornamenti-statistiche-in-italia-/articoli13431

Quindi se la situazione è migliore possiamo passare immediatamente alla fase 2? No!

È indispensabile che i nuovi positivi (almeno i sintomatici) si azzerino o siano vicini allo zero. Non dovrebbe essere una data lontanissima (poche settimane e non mesi per intenderci).

Però tra qualche giorno se ci sarà meno probabilità di contrarre il virus magari si potrà  giocare?

Sicuramente se giocate al “gratta e vinci” è più probabile fare una vincita di 10 euro che di 10000, semplicemente perché il gestore avrà inserito meno biglietti vincenti con cifre alte.

Ma se voi continuate a giocare è perché vorreste vincere una cifra alta, altrimenti non ci giochereste. Capite che comunque una probabilità c’è e che quell’”opportunità” potrebbe capitare a voi, altrimenti non giochereste.

Chi va a fare spesa tre volte al giorno non è più furbo di altri ma ha soltanto una probabilità superiore 3 volte di contrarre il virus. Ha senso comprare i biglietti del rischio? Ha senso continuare a giocare?”