Covid-19, il primo maggio un minuto di silenzio per i medici deceduti

“La segreteria nazionale del  SMI  promuove il primo maggio, a mezzogiorno,  un minuto di silenzio, in tutta Italia, per ricordare i 152 medici  morti, ad oggi” così una nota il  Sindacato Medici Italiani rende pubblica la decisione assunta  durante i lavori  del direttivo nazionale del sindacato.

“In prossimità della festa del lavoro, vogliamo ricordare  i nostri colleghi  morti perché non vestiti con adeguati dispositivi di protezione, né sottoposti a tampone.


Ancora oggi,  si registra una forte mancanza di DPI sul territorio, l’assenza di protocolli e di percorsi condivisi per la gestione della fase due della pandemia, a partire dalle attività dei medici di medicina generale, delle guardie mediche e del 118”, continua lo SMI.

“Siamo stupiti che ancora ora non si comprenda che per uscire dall’emergenza bisogna sottoporre a tampone tutti i soggetti sintomatici, i contatti dei Covid positivi e tutto il personale sanitario.

C’è  necessità che la popolazione vada in giro con mascherine chirurgiche  e guanti e che i medici,  in assenza di diagnosi certe  e soprattutto nell’impossibilità di poter tamponare tutta la popolazione, siano  adeguatamente protetti, anche per svolgere il lavoro ordinario, con  i dispositivi  necessari che, a più di due mesi dalla proclamazione dello stato di emergenza, risultano essere mancanti o reperibili a costi esorbitanti “.

“La Segreteria Nazionale del SMI  denuncia, inoltre, che  non vi è nel Paese una risposta  univoca all’emergenza sanitaria. Per tale ragione chiede che trovi applicazione il DPCM  che  istituisce le USCA, le unità mediche che  vestite in maniera adatta al bio contenimento,  possono prendere  in carico i pazienti a domicilio positivi al Covid -19, in collaborazione con i medici di famiglia e i servizi di continuità assistenziale. Le USCA devono essere direttamente espressione del  servizio sanitario pubblico e non esternalizzate a soggetti privati,  al fine di garantire la massima sicurezza del medico e del  paziente “.

“Abbiamo vissuto e stiamo vivendo, come medici presenti negli ambulatori, negli ospedali, le difficoltà legate a questa emergenza. Come sindacalisti siamo vicino ai colleghi che si rivolgono a noi per essere aiutati e tutelati.

Il momento è difficile per la nostra professione: non  ci spieghiamo le ragioni affinché il 17 maggio p.v. vengano confermate le elezioni per il rinnovo degli  organi  collegiali di ENPAM. Riteniamo questa scelta del tutto inopportuna, perchè una competizione elettorale non può essere serena, e quindi orientata al maggior bene comune, in un momento in cui si è drammaticamente in conflitto etico straziante tra l’assolvimento della nostra missione ed il bisogno di tutelare la vita dei nostri pazienti e dei nostri  familiari. Replicheremo il minuto di silenzio il 17 maggio p.v per esprimere la nostra contrarietà all’iniziativa” conclude la nota del Sindacato Medici Italiani.