Il virus ed il vero ritorno alla normalità: l’analisi

Ermete Labbadia, laureato da anni in economia e commercio ma appassionato e con una tesi in statistica, continua ad accompagnare h24notizie nella lettura dei dati del contagio dell’emergenza Covid-19.

“Anche i dati del 27 aprile sono molto confortanti. Gli attualmente positivi sono 105.813 (- 290), i dimessi/guariti 66624 (+ 1696), i decessi si avviano gradualmente verso numeri più bassi (ieri sono stati 333) e i casi totali accertati da inizio epidemia 199.414.


Nella tabella oggi proposta trovate nella prima colonna i casi accertati da inizio epidemia divisi per regione.

Nella seconda colonna i nuovi casi positivi accertati ieri. In ben 12 regioni (Basilicata, Molise, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Calabria, Puglia, Abruzzo, Marche, Campania,  Sicilia e Toscana )  più la provincia autonoma di Bolzano  ieri sono stati accertati meno di 40 positivi. In queste zone quindi si contano sulle dita di una mano o sono assenti le nuove persone ricoverate con sintomi medi o gravi.

Il Friuli Venezia Giulia, con 60 unità, ha un incremento rispetto alla media dei giorni precedenti  (più o meno una ventina di casi).

La terza colonna ci mostra il trend della settimana, misurato sugli abbassamenti più o meno rapidi degli incrementi percentuali registrati negli ultimi giorni.  Notiamo che molte più regioni hanno un trend ottimo.

E’ da sottolineare che possono occorrere pochissimi giorni per cui un trend migliori o peggiori improvvisamente.  Abbiamo visto nel mese di marzo trend preoccupanti prima per la Sicilia e poi per la Campania che hanno cambiato per fortuna direzione.

La settimana scorsa sembravano avere un trend peggiore Puglia ed Abruzzo, ma si sono rapidamente riprese. Situazioni stagnanti nel numero accertato di positivi possono dipendere anche dall’efficacia in cui si testano situazioni come quelle degli  asintomatici e delle RSA nel proprio territorio e quindi spesso hanno una valenza tutt’altro che negativa .

La situazione che avremo il 4 maggio sarà ancora migliore. Potremmo supporre per quella data un numero superiore a 100 solo in Lombardia e Piemonte e in una tra Emilia Romagna e Liguria, mentre tutte le altre regioni potrebbero essere sotto i 40 nuovi positivi giornalieri  con zero o quasi nuovi ricoverati.

L’ultima colonna della tabella proposta oggi ci mostra l’incremento percentuale a 20 giorni, cioè quante persone vengono infettate in più in 20 giorni rispetto a un numero iniziale di 100.

Un ragionamento paragonabile  a quello adottato dagli esperti quando parlano di R0 (R con zero). Un numero della colonna della nostra tabella uguale a 100 può essere assimilabile  più o meno al valore di R0 = 1 (ogni persona positiva ne contagia un’altra).

Questo valore è inferiore a 100 al momento in tutte le regioni.  I più alti li troviamo in regioni del nord ovest: Piemonte (88,1) e Liguria (60,65), oltre che nella provincia autonoma di Trento (61,35). Il migliore è in Umbria con 8,47        

Il 4 maggio inizia la fase 2. Riteniamo giusta la gradualità adottata nei rientri nelle attività lavorative. A nostro parere le date del 4, 11 e 18 maggio sarebbero state più indicate rispetto a quelle del 4 maggio, 18 maggio e 1 giugno, perché siamo convinti che la curva del contagio sia molto più in discesa per tutte le considerazioni fatte nei giorni precedenti e perché riteniamo che ci siano indicatori che già dopo pochissimi giorni possano dare un’idea di un’eventuale inversione di tendenza, dovuta alle riaperture,  in qualche zona d’Italia.

Per quanto riguarda i comportamenti personali le indicazioni date  ci sembrano giuste e chiare: possibilità  in modo molto prudente, graduale,  con i distanziamenti e i dispositivi di protezione di avvicinarsi alle persone più care che per un motivo o per un altro non era possibile incontrare in fase 1.

Chiaramente più incontri si fanno e più si rischia di incontrare qualche  asintomatico ancora in giro, di contrarre il virus e di infettare i propri familiari a casa.

Il 4 maggio non deve essere confuso con  il momento in cui si potranno fare assembramenti  (assolutamente da evitare e punibili) .

Quando si potrà tornare alla “vera normalità”,  a quella che c’era nel 2019 per intenderci? La risposta che si sta dando in questo periodo è chiara: quando sarà a disposizione il vaccino, quindi molto probabilmente nel 2021.

Però c’è una seconda possibilitàIpotizziamo che tra la fine di maggio e la metà di giugno i casi si azzereranno o quasi in tutta Italia per due o tre settimane di fila (cosa non improbabile nonostante le prossime riaperture che provocheranno inevitabilmente qualche focolaio).

Staremmo lì ad aspettare che il virus forse potrebbe ritornare e mandare all’aria per una precauzione che non potremmo mai sapere se giusta o  sbagliata vari settori dell’economia (turismo, ristorazione ecc)?  

Si potrebbe tentare di ritornare alla vita normale solo se  se tutti avessimo installato l’app. Solo in quel caso se nelle settimane o nei mesi successivi si verificasse qualche caso isolato o una malaugurata seconda ondata saremmo in grado di circoscrivere o limitare decisamente il problema”.