Coronavirus e analisi dei dati del contagio: focus sugli assembramenti tra giovani

Foto di Christo Anestev da Pixabay

Ermete Labbadia, laureato da anni in economia e commercio ma appassionato e con una tesi in statistica, ci accompagna nella lettura dei dati del contagio dell’emergenza Covid-19.

“La trasmissione televisiva Quarto Grado, in onda su Rete 4, ha svelato ieri in alcuni servizi che in una delle regioni non proprio inizialmente più colpite, la Liguria, già dall’8 dicembre il virus era presente: la prova è certa in quanto anticorpi sono stati trovati nelle sacche di sangue di alcuni donatori nel periodo immediatamente successivo.


 Al di là delle critiche ad un sistema che non si è accorto per mesi e mesi della presenza del Covid e dei protocolli ridicoli che vigevano, l’analisi del passato può essere utilissima per comprendere l’andamento delle curve e il comportamento del virus.

Secondo quanto riferito dall’Assessore alla Sanità del Lazio D’Amato qualche giorno fa   “Sono stati eseguiti ad oggi 19.414 test sierologici dove la presenza di Igg riscontrata è stata evidente per 422 soggetti pari al 2,17%. I 422 sono stati sottoposti a tampone e 9 sono risultati positivi, ovvero con il virus in corso e asintomatici”.

La prima percentuale del 2,17% non è rappresentativa dell’intera popolazione perché sono state sottoposte inizialmente ai test sierologici solo categorie molto esposte, come personale sanitario e Forze dell’Ordine.

Ma il comunicato della Regione ci fornisce un’informazione molto importante: cioè che per ogni 422 soggetti che hanno avuto una positività, magari senza saperlo, nel corso di questi mesi, 9 persone, ovvero il 2,13%, cioè circa 1/47 è ancora capace di contagiare.

Questo significa che se il virus avesse girato indisturbato già nel periodo natalizio nel Lazio non sarebbe improbabile solo nella provincia di Latina un numero di circa 5.000 persone colpite da inizio epidemia.

Sapendo dall’indagine di Vò Euganeo che almeno nella prime fasi dell’epidemia circa la metà delle persone positive è asintomatica, possiamo presupporre che appunto 2500 siano stati in totale gli asintomatici in provincia di Latina da inizio epidemia  e che una cinquantina (1/47) ancora siano in giro e inconsapevoli.

Non stiamo parlando di persone collegate necessariamente a cluster già conosciuti.

Queste 50 persone potrebbero essere anziani, uomini di mezza età, bambini e anche giovani: per questo diversi focolai potrebbero scoppiare  nelle prossime settimane se dovessero continuare ad esserci assembramenti di giovani e adolescenti.

Molto meno pericolose le riaperture nei luoghi di lavoro, semplicemente perché norme e distanze vengono rispettate, come ha dimostrato un’indagine nel Veneto, dove sono stati trovati una decina di asintomatici nei posti di lavoro che però non avevano fatto partire focolai all’interno delle attività, perché norme e distanze erano state rispettate.

I dati comunicati ieri sono incoraggianti, nel senso che la situazione è in miglioramento nonostante le riaperture del 4 maggio, ma questo non significa che il virus sia scomparso e che bisogna abbassare la guardia.

I nuovi casi positivi accertati in Italia il 22 maggio sono 652.

Il rapporto Positivi/Tamponi x 100, come si evince dalla Tabella 2 e dal grafico,  raggiunge in Italia il suo valore minimo assoluto: 0.865 (0,896 il giorno precedente). 

I dati dei nuovi casi in  Lombardia, come avevamo previsto da diversi giorni,  stanno scendendo abbastanza rapidamente: il rapporto tra le medie dei casi accertati nelle ultime due settimane nella regione lombarda è uno dei migliori: 0,67 (Ultima colonna tabella 1)  e il rapporto positivi/tamponi è in caduta libera: 1,54.

In calo per il 47° giorno  consecutivo il numero delle persone che occupa le terapie intensive in Italia : 595  (640 il giorno precedente).

Nella tabella 1  troviamo nella prima colonna i casi accertati da inizio epidemia.

Nella seconda colonna della Tabella  i nuovi casi positivi accertati ieri.

Le due colonne successive ci indicano la media giornaliera dei casi calcolata nelle ultime due settimane, cioè dal  9 al 15 maggio e dal 16 al 22 maggio.

L’ultima colonna ci indica il rapporto tra questi due valori: quindi dove il numero è superiore ad 1 vuol dire che la media dell’ultima settimana è maggiore e quindi la situazione è peggiore.

Tra le regioni da tenere sotto osservazione  la Liguria: rapporto tra le medie dei casi nelle ultime due settimane pari a 0,98  e col peggior rapporto Positivi/Tamponi x 100 in Italia : 1,787 nella giornata di ieri.

Occhio anche alla provincia autonoma di Trento dove i casi, se pur in numero limitato,  sono più che raddoppiati in media rispetto alla settimana scorsa”.