Torrente di fango a Vindicio, il sindaco Paola Villa scrive alle autorità

Lo sversamento di acqua e fango a Vindicio

Un torrente di fango che questa mattina a Formia si è riversato in mare, dalla spiaggia di Vindicio, in corrispondenza dell’incrocio con via Tito Scipione. Tante le segnalazioni dei passanti e dei bagnanti che si chiedevano cosa stesse accadendo: secondo quanto appurato, l’episodio è riconducibile ad uno spurgo effettuato dal gestore idrico Acqualatina S.p.A. presso il campo ’25 Ponti’.

A seguito dei fatti di questa mattina il sindaco di Formia Paola Villa ha quindi inviato una nota interpellando le autorità, nello specifico la Prefettura di Latina, la Regione Lazio, l’ASL di Latina, la Provincia di Latina, nonché la Guardia Costiera, la stessa società Acqualatina e la segreteria dell’ATO4 e segnalando quindi le difformità nell’esecuzione delle operazioni di spurgo, oltre al pesante danno di immagine alla città di Formia, in un periodo difficile di ripresa a seguito della pandemia causata dal coronavirus.


Di seguito la missiva del sindaco Paola Villa.


LA NOTA DEL COMUNE DI FORMIA:

Nella mattina di oggi la società Acqualatina S.p.A. nell’ambito delle attività di sviluppo e spurgo del campo pozzi “25 Ponti” ha riversato acque con sedimenti terrosi provenienti dal campo pozzi nel canale di scolo che confluisce sul litorale di Vindicio nel Golfo di Gaeta.

In merito all’evento, non sono pervenute le necessarie comunicazioni dalla società Acqualatina S.p.A, creando enormi problemi alle attività turistiche e balneari.

Nuovamente il gestore non onora la basilare regola di rispetto tra Enti, ossia la comunicazione e condivisione di informazioni.

L’Amministrazione Comunale, in mattinata e in assenza di comunicazioni sulle operazioni in essere, si è immediatamente attività al fine di interrompere lo scolo delle acque provenienti dal campo pozzi e inoltrando una nota di denuncia per danno di immagine.

Ovviamente un tale comportamento è stato evidenziato non solo all’ATO4 ma anche alla Capitaneria, alla Prefettura di Latina e all’Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale”.