Tratto di arenile interdetto dal Comune, il Tropical Beach: “Da noi né inquinamento, né interdizioni”

A margine della momentanea interdizione del tratto del litorale di Gianola-Acquatraversa disposta nei giorni scorsi dal Comune di Formia, da una nota attività del posto intervengono per alcune sottolineature. Del resto, le aziende dei più disparati settori sono afflitte dal generale periodo di recessione causato dal Covid-19 e, con alle porte Ferragosto, uno dei giorni clou per determinati comparti, ogni errata interpretazione che arrivi alla clientela può scatenare un putiferio. Si sa: meglio prevenire. Soprattutto in tempi in cui uno scossone può provocare pesanti riverberi economici, come forse nel caso specifico.

Veniamo al dunque: dal Tropical Beach tengono a scansare ogni possibile ombra. Fino a prova contraria il tratto di mare prospiciente l’attività non è inquinato, dicono i titolari. Tantomeno l’arenile è stato interdetto, sostengono, come invece disposto nell’ordinanza sindacale numero 56 dello scorso 7 agosto. Un’ordinanza il cui oggetto era l'”interdizione del tratto del litorale di Gianola-Acquatraversa in corrispondenza della foce del torrente Acqualonga, per esecuzione di lavori di livellamento e risagomatura”. E in cui il sindaco Paola Villa ordinava, testualmente, “l’interdizione del tratto di arenile di Gianola-Acquatraversa, in corrispondenza della foce del torrente Acqualonga, a partire dalle ore 20:00 del giorno 7/08/2020, fino al termine dei lavori”. Lavori terminati domenica, senza che finora sull’albo pretorio comunale venisse pubblicata un’ordinanza che mettesse da parte la precedente.


Il Tropical Beach nell’ordinanza di venerdì è citato in un passaggio delle premesse alla base delle disposizioni sindacali. “All’altezza del condominio Acquazzurra Residence, nello stabilimento balneare ‘Tropical Beach’, si è venuto a creare un pericoloso ristagno delle acque con creazione di una zona paludosa in corrispondenza della foce del torrente Acqualonga”, recita il documento. “Tale situazione di insalubrità costituisce un pericolo di carattere igienico-sanitario per tutti gli utenti del tratto di arenile, soprattutto in questo periodo di elevata frequentazione”.

Sentitisi direttamente chiamati in causa, oltre a ricordare dei lavori già finiti e di come siano stati effettuati rigorosamente a partire dalla sera, come anticipato i proprietari del Tropical Beach dichiarano innanzitutto che nell’area in cui operano “non c’è alcun tipo inquinamento, né c’è mai stato”. A prescindere dai timori dei vertici comunali, emersi da quanto messo nero su bianco dal primo cittadino nella sopracitata ordinanza.

Anche sull’interdizione di un tratto di arenile, dal Tropical Beach smentiscono in qualche modo l’ordinanza del sindaco: “I lavori sono terminati domenica, ma non c’è mai stata alcuna interdizione”, assicurano. Sia per quanto riguarda la balneazione – ma questo nessuno l’aveva scritto -, sia per quanto riguarda la fruibilità del tratto di arenile oggetto d’interdizione da parte del Comune. “Ci hanno chiamato almeno quattro clienti che ci chiedevano cosa fosse successo. Abbiamo dovuto rassicurarli: da noi non è successo niente”.

In ultimo, dal Tropical Beach dicono di non rappresentare “uno stabilimento balneare”, dicitura indicata nell’ordinanza del sindaco, ma di essere i gestori di “una spiaggia libera attrezzata”.