Novità fiscali per il 2022: rumors e anticipazioni sull’anno che verrà

Ci aspetta un 2022 fatto di grandi novità fiscali, stando a quanto scritto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Recovery plan che il Governo Draghi ha consegnato alla Commissione europea lo scorso aprile. Al centro di tutto c’è la tanto attesa Riforma fiscale, che dovrebbe rivoluzionare completamente il nostro Paese.

Grazie anche all’assistenza del Servizio Contabile Italiano, abbiamo raccolto tutte le novità certe e qualche anticipazione ancora da confermare per il prossimo anno. Dalla riforma dell’IRPEF alle novità per le partite IVA, scopri tutto quello che c’è da sapere nel nostro approfondimento.


I punti della Riforma fiscale

Come ricorda il sito ufficiale dedicato al PNRR, le nuove politiche fiscali punteranno sostanzialmente a ridurre il carico fiscale del lavoro attraverso diversi interventi.

Da questo punto di vista, non sarà un calendario di rapida esecuzione e a breve termine: la pandemia di Covid continua a spostare in avanti gli obiettivi e riformulare le priorità, che al momento sono ancora focalizzate sul sostegno alle famiglie.

Se la situazione dovesse finalmente sbloccarsi e tornare a una nuova normalità, dovrebbero essere questi i punti chiave della Riforma fiscale:

  • Abolizione dell’IRAP e di altre microtasse
  • Semplificazione del sistema di tassazione
  • Creazione di un unico codice tributario che riunisca tutte le norme
  • Riduzione del carico fiscale sui ceti medio-bassi
  • Incentivi per giovani e donne
  • Lotta all’evasione fiscale

Nuova IRPEF

Forse la novità fiscale più attesa per il 2022 è la rivoluzione legata all’IRPEF, ovvero l’imposta sulle persone fisiche. A oggi viene ancora calcolata in base al reddito e con cinque scaglioni di riferimento a cui viene associata una rispettiva aliquota:

  • 23% per i redditi inferiori a 15.000 euro
  • 27% per i redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro
  • 38% per i redditi compresi tra 28.000 e 55.000 euro
  • 41% per i redditi compresi tra 55.000 e 75.000 euro
  • 43% per i redditi che eccedono i 75.000 euro

Il problema attuale è dato dagli 11 punti percentuali tra il secondo è il terzo scaglione, considerati sproporzionati per lo scaglione di riferimento, che penalizza i redditi medi e in molti casi spinge all’evasione fiscale. La soluzione prevista potrebbe passare per un nuovo sistema a tre scaglioni, così suddiviso:

  • 23% per i redditi inferiori a 25.000 euro
  • 33% per i redditi compresi tra 25.000 e 65.000 euro
  • 43% per i redditi che eccedono i 65.000 euro.

Aumento della tassazione per i forfettari

Stando alle indiscrezioni, i calcoli effettuati dal MEF per introdurre la riforma dell’IRPEF avrebbero spinto Mario Draghi a proporre un cambiamento nella tassazione delle partite IVA, in particolare del regime forfettario.
Viene infatti considerata troppo bassa la Flat Tax del 5% per i primi 5 anni e del 15% a partire dal sesto anno per tutti i fatturati inferiori a 65.000 euro.

Si starebbe quindi valutando il passaggio a un’aliquota unica del 23%, ma non è ancora chiaro come si intenda procedere e soprattutto quando. Sicuramente non è tra le prime azioni in programma nel Governo Draghi: per ora i forfettari possono stare ancora tranquilli.

Altri hanno invece prospettato un intervento completamente diverso per chi supera il limite annuo. Si starebbe alternativamente pensando anche a una fascia successiva al tetto di 65.000 euro, che potrebbe essere di circa 20% fino a 100.000 euro, per favorire una transizione più dolce e scoraggiare l’evasione fiscale.

Altre novità per gli autonomi

C’è un altro grande cambiamento in arrivo per le partite IVA, e riguarda il saldo delle tasse; secondo alcune indiscrezioni, sembra infatti che potrebbe essere applicato mensilmente e in modo automatico, invece che con il sistema del saldo e dell’acconto per due volte durante l’anno. Ciò dovrebbe portare a una semplificazione burocratica e delle scadenze fiscali.

Interventi per ridurre l’evasione fiscale

A proposito di evasione fiscale, il PNRR prevede diverse azioni per contrastare uno dei maggiori problemi italiani, che costa allo Stato una quota ingente di entrate che potrebbero essere usate per abbassare la tassazione per tutti e migliorare i servizi pubblici.

Per risolvere il problema che da decenni affossa il sistema Italia, l’Esecutivo ha paventato alcune idee, ma di fatto ci si concentra sulla tracciabilità delle transazioni elettroniche, che in molti casi saranno rese obbligatorie, e sull’aumento dei controlli. Il piano permetterà inoltre di recuperare più fondi per procedere con tutta la riforma fiscale.