Frati cappuccini, prima dell’addio l’affare immobiliare

Una storia religiosa sta diventando sempre più una storia immobiliare.

A giugno, quando è stato annunciato l’addio dei cappuccini alla chiesa di San Francesco, a Latina, dopo che per mezzo secolo i religiosi hanno guidato, animato e aiutato quella comunità, i fedeli sono rimasti sconvolti, chiedendo di intervenire anche a Papa Francesco, affinché il capoluogo pontino non dovesse privarsi della presenza dei religiosi, che tanto si sono prodigati per i latinensi ricambiati con un profondo affetto.


Allo stesso tempo sono iniziate a circolare voci su una serie di frizioni tra la Curia e i Frati Minori Cappuccini della Provincia Serafica Immacolata Concezione per il destino degli immobili dei cappuccini, in larga parte realizzati grazie al contributo dei fedeli.

A San Francesco c’è infatti una nuova chiesa, il teatro che è stato utilizzato anche come hub vaccinale e il convento.

La Curia ha specificato che la scelta di lasciare la parrocchia è stata dei frati, “nell’ambito di una loro riorganizzazione dei conventi nei territori in cui sono presenti”, e che sugli immobili vi sono aspetti che “sono in corso di definizione tra i superiori della Provincia religiosa dei Frati Cappuccini e la Diocesi pontina”.

A ottobre arriverà un nuovo parroco.

Nell’attesa, però, è emerso il particolare che a febbraio, dunque quattro mesi prima dell’annuncio dell’addio dei religiosi, la Provincia Romana dei Frati Minori Cappuccini ha venduto l’area confinante con la chiesa, al prezzo di 650mila euro.

Si tratta di un terreno di 9.450 metri quadrati, una parte con destinazione a residenze e uffici e commerciale e l’altra a verde pubblico e attività religiose.

Ad acquistare l’immobile, il 22 febbraio 2021, è stata una società a responsabilità limitata con sede a Latina, costituita dieci giorni prima, amministrata da una 38enne e con un capitale sociale di diecimila euro.

Il capitale sociale dell’immobiliare è diviso tra due società.

Il 50% è di una srl sempre di Latina, che ha sede allo stesso indirizzo dell’acquirente, che ha la stessa amministratrice, un capitale sociale sempre di diecimila euro, di cui ne sono stati versati solo cinquemila, e due soci.

Il restante 50% è invece di una società a responsabilità limitata di Cisterna, con un capitale sociale di 960 euro, diviso tra sei soci.

Da vedere ora cosa ne sarà di tutti i beni dei cappuccini, quelli già venduti e quelli ancora dei frati.