A caccia di fitofarmaci, il monitoraggio che passa dalle api

In tutto il mondo sono state avviate campagne per la tutela delle api. Anche il Parco Nazionale del Circeo è sceso in campo con progetti importanti che si ampliano con un ulteriore studio in cui di fatto le api diventano bioindicatori per capire la percentuale di fitofarmaci presenti nelle campagne e non solo. Nei giorni scorsi l’Ente Parco ha infatti avviato una convenzione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana per effettuare analisi specialistiche finalizzate alla “verifica dei metalli pesanti e della presenza dei fitofarmaci sulle matrici Miele, Polline, Cera e Api”.

E’ il 2019 quando Ministero dell’Ambiente con una direttiva per l ‘indirizzo delle attività dirette alla conservazione della biodiversità, focalizza l’attenzione “sulla problematica legata al declino degli impollinatori selvatici” il che porta ad una richiesta specifica agli Enti Parco e cioè di predisporre a riguardo una scheda progettuale. Il Parco Nazionale del Circeo presenta il “Piano d’ azione per il biomonitoraggio ambientale delle aree protette . Le api come bioindicatore della qualità ambientale attuando quindi il censimento degli apiari presenti all’interno del territorio del Parco e impostando sia attività di sensibilizzazione che un piano operativo condiviso con le AAPP partner dell’azione di sistema riguardante le modalità di campionamento e analisi per la verifica dei metalli pesanti e della presenza dei fitofarmaci sulle matrici Miele, Polline, Cera e Api”.


Con la nuova convenzione per cui sono stati stanziati circa 12mila euro verranno quindi effettuate ulteriori analisi andando ad incrementare quanto previsto nel primo piano d’azione. Questo per avere in primis un quadro completo circa la presenza di fitofarmaci sul territorio e di riflesso come queste sostanze stiano danneggiando gli impollinatori.