Responsabile del servizio prevenzione e protezione, perché è importante in ogni azienda

La salute e sicurezza sul lavoro (SSL) rappresentano un sacrosanto diritto dei lavoratori: la legge non ammette ignoranza né negligenze. In questo ambito, la figura chiave è il Responsabile del servizio prevenzione e protezione (RSPP): ha un ruolo centrale e di coordinamento, è praticamente il braccio destro del datore di lavoro.
In questo focus, descriviamo quali sono le sue mansioni e competenze spiegando perché questa figura professionale è importante in ogni azienda.
Per mantenere un ambiente di lavoro sano e sicuro, la presenza del RSPP è tanto essenziale quanto obbligatoria per legge. Deve essere presente in tutte le aziende private o pubbliche con almeno un lavoratore alle proprie dipendenze.
La figura del RSPP è definita dall’art. 2 del 25(Testo Unico della Sicurezza sul Lavoro). Viene descritto come un soggetto con requisiti e capacità professionali di cui all’articolo 32 che deve essere designato dal datore di lavoro per il coordinamento del servizio di prevenzione e protezione dai rischi.

Responsabile del servizio prevenzione e protezione: requisiti

Il Responsabile del servizio prevenzione e protezione (RSPP) deve possedere determinati requisiti:
– almeno il diploma come titolo di studio;
– attestato di frequenza a corsi RSPP per una formazione adeguata;
– attestato di aggiornamento quinquennale della formazione come RSPP;
– esperienza documentata nel ruolo di Responsabile del servizio prevenzione e protezione di almeno 6 mesi (in assenza del titolo di studio).


Competenze e responsabilità del RSPP in azienda

L’art. 33 del D.lgs 81/2008 stabilisce i compiti del RSPP:
– individuazione e valutazione dei possibili fattori di rischio;
– identificazione delle misure adeguate per la SSL secondo la normativa vigente;
– elaborazione e controllo delle azioni preventive e protettive atte a garantire ai lavoratori lo svolgimento della loro attività in totale sicurezza;
– partecipazione alla redazione del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi);
– suggerimenti e promozione dei percorsi di formazione e informazione ai lavoratori riguardo ai possibili rischi sul luogo di lavoro ed alle eventuali azioni da adottare in caso di pericoli;
– partecipazione alle consultazioni in termini di tutela della SSL ed alla riunione periodica prevista dall’art. 35.
Collabora a stretto contatto con il datore di lavoro il quale è tenuto a trasmettergli tutte le informazioni necessarie (natura dei rischi, struttura organizzativa, descrizione degli impianti e processi produttivi, dati sugli infortuni, eventuali provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza, ecc.).
Seppure il D.lgs 81/2008 non preveda sanzioni per il RSPP, questo è ritenuto co-responsabile a livello penale con il datore di lavoro, dirigenti e preposti in caso di infortunio dovuto a rischi sottovalutati o mancata segnalazione dei rischi.

Chi può essere nominato RSPP?

Il RSPP deve essere nominato dal datore di lavoro: attraverso un modulo datato e sottoscritto da entrambe le parti, il datore di lavoro gli assegna l’incarico.
Può essere nominato RSPP un lavoratore o un professionista esterno all’azienda.
Il datore di lavoro può ricoprire il ruolo di Responsabile del servizio di prevenzione e protezione (DL SPP) solo in determinati tipi di aziende:
– industriali e artigiane (fino a 30 dipendenti);
– agricole e zootecniche (fino a 30 lavoratori);
– ittiche (fino a 20 lavoratori);
– altre organizzazioni (fino a 200 dipendenti).
Un’impresa può avvalersi di un solo RSPP, il quale può essere supportato da Addetti al Servizio Prevenzione e Protezione (ASPP) durante la sua attività.
Le aziende con oltre 200 lavoratori (o che applicano la direttiva Seveso) devono nominare un RSPP interno all’organizzazione.

La scelta importante di un RSPP esterno per la SSL in azienda

L’azienda che opta per un RSPP esterno dovrà selezionarlo con estrema cura ed attenzione considerando, oltretutto, che la normativa sulla SSL è vasta ed in costante aggiornamento.
Un RSPP professionista è tenuto a conoscere il Testo Unico (da 1000 pagine), le linee guida INAIL, le norme europee ISO, UNI, CEI, ecc.
Oltre a dimostrare impegno, dedizione, affidabilità e responsabilità, deve studiare ed aggiornarsi costantemente.